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Centrali a carbone: c’è una lista nera delle banche che le finanziano

La costruzione di una centrale a carbone è tra le più onerose non a livello tecnico bensì in termini monetari (circa 200 miliardi di dollari per una centrale di 600 MW), quindi sorge spontanea la domanda: le aziende dove trovano i fondi per realizzarle?

Centrali a carbone: c’è una lista nera delle banche che le finanziano

Il 30 novembre è stato pubblicato il Bankrolling Climate Change, un rapporto che mette in luce il comportamento scorretto e incoerente di molte banche che, da una parte, in una “utilitaristica” operazione di  greenwashing, pubblicizzano le cifre sui loro finanziamenti per le energie rinnovabili, e dall’altra nascondono le vere somme che sono da loro destinate a sostenere la costruzione di centrali inquinanti per il nostro ambiente come quelle a carbone!

Infatti la combustione del carbone oltre ad essere di per sè una procedura costosa, è responsabile dell’emissione di  miliardi di tonnellate di gas che causano l’effetto serra (CO2, CH4, NO) e di altre particelle inquinanti come il mercurio.

Il Pprotocollo di Tokyo, che stabiliva degli obiettivi volti a difendere l’ambiente, non ha intaccato le coscienze delle venti banche che hanno stanziato 232 miliardi di euro per la trasformazione del carbone in elettricità. Tra queste spiccano tre banche americane: JP Morgan Chase, Citigroup e Bank of America, che dal 2005 hanno investito circa 42 miliardi di euro in questo business “velenoso”. Seguono istituti finanziari inglesi, tedesci, svizzeri e francesi. Nella lista anche l’italiana Unicredit con oltre 5 miliardi di investimento.

Ma come si è arrivati a queste cifre? Dietro questo rapporto ci sono diverse ONG internazionali, l’organizzazione ambientalista tedesca Urgewald, il network internazionale Banktrack e altre associazioni che hanno analizzato i rapporti annuali di molte industrie del carbone. Le stesse banche coinvolte si sono difese affermando che continua ad aumentare il loro impegno a favore delle energie rinnovabili.

Quello che più ci spaventa è che, nonostante si sappia che la combustione del carbone sia tra gli agenti che più sono responsabili del riscaldamento globale, ci siano progetti di nuove costruzioni (per esempio a Medupi e Kusile in Sud Africa) per costruire altri mega-impianti.

La nostra speranza è che la finanzia etica, il greenbanking, in futuro acquisti sempre più importanza nelle startegie dei principali istituti finanziari,e che non debbano più nascondere il “nero” di finanziamenti per l’industria del carbone dietro i loro progetti “verdi”!

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