Speciale cialde compostabili. Il caffé in cialde è un modo di gustare a casa un espresso che ha caratteristiche simili a quello che si trova al bar, ma ha pur sempre un aspetto che lo rende poco amico dell’ambiente.
La difficoltà di riciclo delle cialde, che sebbene siano in alluminio, materiale altamente riciclabile, devono essere aperte una ad una, e scorporate dalla miscela del caffé e per poi essere riciclate.
Esiste però un espresso buono e sostenibile: quello creato da Lavazza, che ha appena presentato la prima capsula compostabile per espresso realizzata in mater-bi, una plastica biodegradabile realizzata a partire dall’amido di mais.
Frutto di un pluriennale progetto di ricerca, l’innovativa capsula è compatibile con tutta la gamma di macchine proposte dalla Lavazza ‘A Modo Mio’ ed è già disponibile sul sito ufficiale dell’azienda torinese www.lavazza.it nelle due miscele ‘Ricco‘ e ‘Aromatico‘, entrambe certificate Rainforest Alliance.
In pochi centimetri di diametro è racchiuso un caffé di qualità e una expertise tecnologica frutto di 5 anni di ricerca: la sintesi perfetta di tradizione e innovazione per un mondo sostenibile.
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Le cialde compostabili si possono trovare in due gusti:
Il progetto di ricerca è partito nel 2008 con la collaborazione del Politecnico di Torino, dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e di Novamont, azienda detentrice del brevetto per la prima plastica biodegradabile.
I ricercatori si sono focalizzati sull’analisi dei fondi di caffè, rilevando come la loro composizione possa innescare un processo di rigenerazione che dà vita a nuovi materiali e prodotti.
Ad esempio biopolimeri, inchiostri, pellet, carta e persino funghi commestibili; questi ultimi, proprio dallo scarto dell’espresso, diventano una fonte proteica di elevato interesse nutrizionistico, oltre che un alimento a basso costo produttivo.
La nuova capsula compostabile firmata Lavazza (e i residui di caffè in essa contenuti) può essere conferita alla frazione umida e avviata al compostaggio per essere trasformata in fertilizzante per il terreno.
Il circolo virtuoso così innescato trasforma tali rifiuti in qualcosa di utile, in una materia prima nuovamente utilizzabile per un altro ciclo produttivo.
Una scelta di sostenibilità che fa la differenza, perché nulla è rifiuto ma tutto torna ad essere risorsa per l’ambiente.
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