Cina ed energie rinnovabili: un matrimonio perfetto?
La Cina vuole diventare la potenza egemone del ventunesimo secolo e per fare ciò una delle sfide da vincere è quella energetica: il Dragone ha sempre più bisogno di energia per sostenere la sua crescita e come noto è storicamente dipendente dall’estero per quanto riguarda il petrolio.
Altamente strategico in quest’ottica è quindi lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Questo spiega perché la Cina sia il paese più dinamico sul fronte dello sviluppo delle energie alternative.

Alcuni numeri ci rendono l’idea del balzo in avanti della Cina sul fronte rinnovabili:
- già oggi la Cina conta la maggiore potenza energetica proveniente da fonti di energia rinnovabile installata nel mondo: 226 gigawatts, ben davanti ai 144 gigawatts degli USA.
- l’anno scorso la Cina è stata responsabile di quasi della metà di potenza rinnovabile installata a livello mondiale: nel mondo sono stati installati 80 gigawatts e di questi 37 erano cinesi.
- ben il 3% del PIL in Cina è stato destinato ad investimenti in ambito green economy. Solo in Corea del Sud ha destinato una percentuale maggiore.
Ma quello che impressiona veramente è il continuo ritoccare verso l’alto degli obiettivi, cosa cui in Italia non siamo più abituati da decenni. Se lo scorso dicembre, in occasione del vertice di Copenhagen, il governo cinese aveva annunciato l’obiettivo di arrivare ad un terzo di fonti di energia rinnovabili per il 2050, oggi, a pochi mesi di distanza, questo obiettivo è stato confermato per il… 2020! Un obiettivo che ridicolizza quello dell’Unione europea, che ha un target di 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2020.
Per raggiungere questo obiettivo, quest’estate l’Amministrazione per l’Energia di Pechino ha annunciato un piano da 738 miliardi di dollari per portare la “potenza rinnovabile” del paese a 500 gigawatts entro il 2020.
Tra le fonti rinnovabili, un ruolo fondamentale giocherà il fotovoltaico, che tra l’altro è anche una voce di export importante per la Cina. Diversi i megaimpianti in progetto: per esempio nella regione del Wuhan è prevista la costruzione della più grande centrale solare del mondo per il 2019.
Punto critico ad oggi è però la scarsa efficienza del sistema complessivo. La filosofia dei grandi impianti centralizzati e a volte la minore efficienza degli apparati (es. le turbine eoliche cinesi hanno un’efficienza inferiore del 10-15% rispetto a quelle europee o americane) rischiano di fare sì che la scommessa cinese non si traduca nella migliore soluzione a livello globale.
Ma scommettiamo che i governanti di Pechino si porranno presto o tardi anche l’obiettivo di vincere la sfida dell’efficienza?