Diete

Climatarian, la dieta per chi è attento ai cambiamenti climatici

In questi anni le abitudini alimentari ‘alternative’ hanno generato diverse declinazioni, alcune tante strane, da dover inventare nuove parole per definirle, come il climatarian, una persona che segue una dieta che non contribuisca ad aggravare i cambiamenti climatici in corso.

Climatarian, la dieta per chi è attento ai cambiamenti climatici

Nel ‘900 sono nati i vegetariani ed i vegani, ma solo negli ultimi anni si sono formati altri gruppi di persone che seguono regimi alimentari particolari, varianti nate da questi due grandi tipi di filosofia alimentare. Ad esempio i fruttariani o i seguaci della dieta crudista, ossia che mangiano solo frutta e verdura cruda… e tanti altri.

Si tratta di persone che spesso, oltre alla dieta, hanno anche fatto scelte legate alla propria filosofia di vita, guidati dalla consapevolezza che le loro scelte alimentari sono anche scelte etiche e di principio.

Accanto a queste diete, si è imposta anche nuova tipologia di dieta, legata alla grande attenzione alle tematiche ambientali degli ultimi anni: ecco quindi i climatarian. Si tratta di una definizione che è riferibile a quanti seguano un determinato tipo di alimentazione attento ai cambiamenti climatici. Proprio così. Sono persone che vogliono dare il proprio contributo alla limitazione del cambiamento climatico in corso tramite scelte consapevoli di natura alimentare.

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Questo individuo è conscio che il cibo che mangia non riguarda solo il benessere del proprio corpo ma anche la globalità del nostro Mondo, perché il modo in cui viene prodotto comporta la produzione di 1/3 della CO2 emessa in totale.

In particolare la carne ha una impronta ecologica o Carbon Footprint maggiore della frutta e della verdura per via del metano emesso dagli animali, dell’utilizzo di vaste porzioni di terreno per l’allevamento e per la produzione di mangimi dedicati agli allevamenti stessi.

Il vocabolo è addirittura entrato nell’elenco delle nuove parole stilato ogni anno dal New York Times. Si tratta di un termine peraltro intraducibile nella lingua italiana.

climatarian
Climatarian è chi segue una dieta che limita il cambiamento del clima: ad esempio evita di mangiare carne da allevamento e preferisce cibo locale

Cosa mangiano i climatarian

Si cibano in via preferenziale di alimenti che non hanno elevato impatto ambientale. Ci si riferisce a tutti i cibi la cui produzione, trasporto e imballaggio ha comportato l’emissione di pochi gas serra.

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Come sapete, i gas serra sono responsabili dello sconvolgimento climatico. Si pensi a cibi a ‘km0, ossia prodotti localmente e che non necessitano quindi di trasporto che comporterebbe emissioni di CO2.

Sa bene che è la carne la responsabile di 1/3 della CO2 emessa in totale sul nostro Pianeta (il totale dei gas serra emessi dall’industria dell’allevamento di animali destinati al consumo dell’uomo è maggiore di quello emesso da tutte le auto, treni e navi assieme, secondo uno studio della United Nation University).

A differenza della frutta e della verdura, dunque, la produzione di carne ha un’impronta di CO2 elevata per via del metano emesso dagli animali, dell’utilizzo di vaste porzioni di terreno desinate all’allevamento e della produzione di mangimi dedicati agli allevamenti stessi.

Non tutta la carne è uguale…

Se deve scegliere, preferisce il maiale e il pollo al posto di manzo e agnello. Va bene anche il pesce, purché non arrivi dagli allevamenti intensivi.

Non tollera scarti. Quindi mangia tutti quegli ingredienti, dai torsoli alle croste di formaggio, per che solitamente avanziamo.

C’è anche un’apposita app che può aiutarlo a scegliere cibi che non contribuiscano ai cambiamenti climatici: EatBy per sapere cosa c’è in frigo e non buttare via nulla! Non poteva mancare anche un social network dedicato, dove viene spiegato di cosa si tratta e si può trovare anche una utile lista degli alimenti permessi e un ricettario per cucinarli al meglio. Il numero di iscritti cresce di giorno in giorno.

Più che una vera e propria dieta, dunque, si parla di una serie di buone abitudini, applicate rigorosamente.

E voi, cosa pensate dei? Credete che la loro battaglia sia giusta? Sareste pronti a sostenerla?

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Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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