L’ortensia è una pianta ornamentale, facile da coltivare e molto colorata. Ecco la nostra guida pratica per capire come ottenere delle belle fioriture.
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L’ortensia è una pianta originaria del Giappone, della Cina e dell’America meridionale, arrivata in Inghilterra e poi nel resto dell’Europa solo nel XIX secolo.
Appartiene alla famiglia delle Hydrangeaceae, dal greco hydros (acqua) e angeion (vaso). Questo perchè i semi sono inseriti all’interno di piccoli involucri che ricordano dei vasi per il trasporto dell’acqua.
Se amate il giardinaggio, questo fiore vi darà tante soddisfazioni, crescendo rigoglioso e chiedendo poche attenzioni in cambio. Possiamo difatti considerarlo a tutti gli effetti come una pianta rustica.
L’ortensia è una pianta a foglia caduca che raggiunge i 2 metri nella specie arbustiva, mentre arriva a 15 metri se la specie è quella rampicante.
I fiori sono raccolti in infiorescenze sferiche, non presentano petali ma sepali. Sono sterili in alcune specie. Il loro colore viene determinato dall’acidità del terreno. Questo significa che se vogliamo ottenere il colore blu, il pH del terreno dovrebbe essere acido, quindi inferiore a 6. Per il colore rosa bisogna avere un pH basico-alcalino.
Variando il range, si ottengono tutte le altre tonalità come l’azzurro, il rosso, il violetto, il bianco. Il fusto della pianta è ben saldo e robusto, le foglie si radunano in gruppi da 3, sono di un verde intenso.
Esistono 40 varietà di ortensia, noi ve ne citiamo solo alcune tra le più note:
L’hydrangea panicula è l’unica specie di ortensia che dà fiori bianchi, purché il terreno abbia un pH di 4,5-5 . Ha la forma di un alberello alto fino a 5 metri che fiorisce in estate.
Nel linguaggio dei fiori questo fiore nei suoi colori accesi indica il desiderio di fuggire via, solo l’ortensia bianca significa restare e per questo può essere regalata alla alla persona amata!
Pur essendo una pianta molto adattiva, sarebbe bene seguire alcune raccomandazioni. Innanzitutto la scelta del periodo e del terriccio: il momento migliore è tra aprile e ottobre, mentre se decidete di coltivare una pianta già grande, acquistata al vivaio, allora conviene muoversi nel mese di maggio o nel periodo tra ottobre e novembre.
Scavate una buca e riempitela con del terriccio e della torba acida. Scegliete un posto che sia a mezzombra e non esposto direttamente al sole, perché la pianta si seccherebbe dopo poco.
La fioritura avviene da aprile fino alla fine dell’estate e in questo frangente è bene concimare almeno 1 volta alla settimana.
Temperature superiori a 18° potrebbero però creare problemi, quindi è sempre bene scegliere con cura la zona di coltivazione.
Le innaffiature devono essere regolari e molto abbondanti. L’acqua deve essere a temperatura ambiente e sarebbe opportuno annaffiare la mattina presto o dopo il terreno. Accertatevi che il terriccio sia costantemente umido, ma senza esagerare.
Attenzione al grado di calcare presente nell’acqua, perché può compromettere il livello di acidità del terreno. Per essere certi, potete riciclare acqua piovana.
La pianta va potata tutti gli anni a partire dal terzo anno di vita. Va sfrondata dai rami deboli e secchi e dai fiori avvizziti, che potrebbero ostacolare la crescita della pianta.
Il periodo in cui va effettuata la potatura coincide con l’approssimarsi l’autunno, quando ha terminato la fioritura, lasciandole poche gemme all’apice dei rami, di modo che possa accogliere i nuovi fiori che andranno a sbocciare.
Se non avete un giardino a disposizione o volete posizionare i fiori sul balcone, potete ricorrere alla coltivazione in vaso. Non dovete seguire particolari accortezze, se non quelle già previste per la coltivazione a terra.
Acquistate un vaso grande, che consenta al fiore di esprimersi a pieno.
Potate la pianta e ricordate di non far ristagnare l’acqua nel sottovaso, perché questo potrebbe far marcire le radici.
Questo arbusto perenne, sebbene ami i luoghi aperti, può essere tenuto in casa, purché in un angolo luminoso, ma non alla luce diretta del sole, e poco riscaldato, perché oltre i 18° soffre e si fermare la fioritura.
Va sistemato in un grosso vaso (di 50-60 cm di diametro) per assecondare lo sviluppo dei fiori, con terriccio ricco di torba, mediamente acido e ben drenato. Ha però bisogno di essere annaffiato abbondantemente perché il terreno sia sempre umido.
Durante la fioritura, una volta a settimana, va fertilizzato con un composto ricco di potassio diluito nell’acqua delle irrigazioni.
Anche chi tiene un’ortensia in casa dovrà potarla una volta all’anno, dopo la fioritura, in autunno. Andranno tagliati solo i rami che sono fioriti, lasciando solo alcune gemme per ramo. Sfrondatela dei rami secchi e di quelli più deboli. Durante l’inverno meglio tenerla al freddo.
Questa pianta in inverno va protetta, soprattutto se avete scelto di coltivare le specie Hydrogea serrata e Hydrogea macrophylla e se abitate nel Nord Italia. Una tecnica molto utile consiste nella tradizionale pacciamatura.
Ovviamente la pianta andrà nella fase di riposo, per cui non avrà più bisogno di acqua.
Vediamo ora quali sono le principali problematiche di questi fiori autunnali e come intervenire:
In tutte queste situazioni, noi consigliamo sempre di utilizzare antiparassitari naturali piuttosto che i classici prodotti commerciali pieni di sostanze tossiche per la pianta e per noi esseri umani.
La storia che si cela dietro alle ortensie richiama l’amore tra due amanti, Hortense Barrè e Philibert Commerson. Quest’ultimo fu l’esploratore a cui andò il merito di aver trapiantato il fiore in Europa, chiamato proprio con il nome della sua amata donna.
Da allora, questa pianta viene associata all’amore per cui regalarla è una vera e propria dichiarazione. Per anni è stata considerata come una pianta magica, abbagliando tutti con i suoi cambi di colore.
Scoprite le nostre schede monografiche sulle varie piante da fiori e i bulbi che si schiudono in autunno:
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