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Come curare le orchidee in casa e in balcone

Sapere come curare le orchidee non è sempre scontato, e una vota che ne abbiamo in casa una, finita la fioritura, sebbene sia tenuta al caldo e alla luce, ci ritroviamo una pianta senza fiori, e di cui spesso perdiamo interesse.

Il fascino intramontabile delle orchidee resta uno dei doni più preziosi che la Natura sia in grado di offrire: ogni fiore è un favoloso mix di colori, di eleganti geometrie e morbide forme che vive nella perfezione di una bellezza difficilmente eguagliabile, eppure dopo le fioriture iniziali non si sa come curare le orchidee che abbiamo in casa o sul balcone, ed è un gran dispiacere, visti i fiori superbi che ci possono regalare anno dopo anno senza sforzo.

Il nome della più conosciuta e diffusa orchidea al mondo, la phalaenopsis, deriva dalla caratteristica forma ‘a farfalla’ del fiore (‘phalaena= farfalla e ‘opsis= simile) ed è stato coniato nel 1752 dal botanico Carl Ludwig Blumead che ammirò un esemplare di orchidea nell’isola di Giava, in Indonesia. La scoperta della pianta, però, risale al 1600 per merito di George E. Rumphis, un botanico tedesco che per primo descrisse e disegnò la bellissima pianta dell’Herbarium Amoinense’ assegnandole il nome di Angraecum album majus.

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La bellezza esotica delle orchidee è di origine equatoriale: sono piante dei tropici che però riescono ad adattarsi anche ad altri climi e ambienti molto diversi da quello di provenienza. Nonostante l’intrinseca delicatezza del fiore e della pianta in generale, riuscire a coltivare un’orchidea anche tra le mura domestiche non è affatto impossibile: basta adottare gli accorgimenti giusti e dedicarle tutta la cura e la dedizione che merita.

Vediamo dunque quali sono le tecniche fondamentali che occorre padroneggiare.

Come curare le orchidee in casa e in balcone

Come curare le orchidee in casa e in balcone: il vaso e il substrato

Per prima cosa bisogna tenere presente che le foglie (in genere 2-6 grandi, carnose e di colore verde scuro) sono importantissime per la vita della pianta: non avendo un vero bulbo sfrutta il fogliame per immagazzinare l’acqua. L’apparato radicale è molto fitto e ramificato, tale da consentire un’adesione perfetta al substrato, ma anche estremamente vulnerabile. Per questo motivo, quando si esegue un trapianto, bisogna fare molta attenzione a non danneggiar le radici.
Dal momento che l’ambiente ottimale per l’orchidea è umido (70%) e tendenzialmente caldo, l’ideale sarebbe sistemare il vaso su un sottovaso con dell’argilla espansa o ghiaia che avremo cura di bagnare periodicamente per evitare che le radici entrino a diretto contatto con l’acqua, evitando pericolosi ristagni che potrebbero dar vita a marciumi.

 

Le foglie sono importantissime per la vita dell’orchidea, non avendo un vero bulbo questa pianta sfrutta il fogliame per immagazzinare l’acqua

Come curare le orchidee in casa e in balcone: il rinvaso

materiali da utilizzare per il rinvaso delle orchidee possono essere diversi ma con caratteristiche comuni: non devono trattenere eccessivamente l’acqua fino ad inzupparsi e devono asciugare rapidamente. Sono indicati sia materiali di origine vegetale (sfagno, torba si sfagno, osmunda, foglie di faggio, corteccia di sughero, ecc) o di origine minerale (pomice, argilla espansa, perlite, ecc). La scelta varia in funzione della specie e della tecnica di coltivazione adottata (sospesa o a terra).

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Come curare le orchidee in casa e in balcone: l’esposizione e la temperatura

Come detto, le orchidee sono piante tropicali, quindi amano la luce ma non l’esposizione diretta ai raggi del sole. La posizione migliore è a sud o a est, dietro una tenda che filtri i raggi del sole senza oscurare. In genere la temperatura degli appartamenti (22-23°), soprattutto d’inverno, è ideale per le esigenze della pianta ma l’illuminazione è fondamentale per vedere sbocciare i fiori.

A temperature superiori ai 35°, le orchidee possono prosperare purché posizionate in una zona d’ombra ventilata, sufficientemente umida e non soggetta ad escursioni termiche o correnti d’aria che potrebbero danneggiare la pianta. Una volta individuato il posto giusto della casa per la vostra orchidea, desistete dal trasferirla all’aperto con l’inizio della bella stagione.

E’ importante conoscere la giusta esposizione e temperatura per non far morire la nostra orchidea

Come curare le orchidee in casa e in balcone: innaffiatura e concimazione

La quantità d’acqua deve essere strettamente necessaria a mantenere il substrato sempre umido. Dopo la fioritura è necessario ridurre ulteriormente l’innaffiatura per permettere alla pianta di vivere il suo fisiologico ‘riposo’. In estate o in zone climatiche particolarmente calde, le innaffiature devono avvenire 2-4 volte a settimana, mentre in inverno è sufficiente 1 sola volta (tranne per quelle sospese). Il consiglio è di innaffiare la mattina ed evitare i ristagni vaporizzando l’acqua (meglio se piovana) sulle foglie.

La soluzione nutritiva ottimale deve essere composta dal doppio dell’azoto rispetto a fosforo e potassio, cambiata con una frequenza che va dai 7-15 giorni alle 3-4 settimane, a seconda della specie e della stagione. Se le condizioni di umidità, luce e temperatura risulteranno idonee allo sviluppo, la pianta vi regalerà fioriture durature e colorate per diverse settimane, anche 2 – 3 volte all’anno e soprattutto nei mesi invernali (da dicembre ad aprile). Per stimolare la fioritura l’orchidea ha bisogno di ‘sentire’ un leggero sbalzo termico notturno per almeno due settimane (intorno ai 16 C°) e una luce leggermente meno intensa del solito.

Siete pronti per cimentarvi in questa affascinante sfida?

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Immagini via shutterstock.
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Published by
Erika Facciolla

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