Tecnologiche, risparmiose, attente all’ambiente, ma ancora non accessibili per tutte le tasche. Parliamo delle auto ibride, quelle tipologie di veicoli che abbinano un motore a combustione (alimentato a benzina o gasolio) a un propulsore di tipo elettrico.
In molti le vorrebbero acquistare, ma oggigiorno per portare a casa un mezzo con simili caratteristiche serve sborsare almeno 15 mila euro, questo il prezzo base calcolato – al netto degli incentivi statali – per la più economica al momento presente sulla scena, la compatta Toyota Yaris HSD.
Per chi vuole spendere di meno, dagli Stati Uniti potrebbe arrivare una soluzione ingegnosa, senza che serva cambiare auto. I ricercatori della Middle Tennessee State University hanno messo a punto un kit di conversione che per poche migliaia di dollari consente di trasformare qualsiasi auto in ibrida. Il sistema propulsivo tradizionale viene integrato da due motori elettrici fissati direttamente sulle ruote libere da trazione.
Come illustrato in un video dal responsabile del progetto, il professore Charles Perry, i particolari mozzi contengono ciascuno un motore elettrico alimentato da un pacco batteria agli ioni di litio fosfato sistemato nel bagagliaio. Un comparto di alimentazione che tuttavia, a causa degli importanti ingombri, sottrae troppo spazio al bagagliaio.
E ora, veniamo alle componenti dinamiche. Attraverso i particolari mozzi, l’azione della spinta elettrica grantisce un surplus a quella del propulsore principale, così la vettura diventa un mezzo a trazione integrale, capace di tagliare consumi ed emissioni fino al 50%, e nel contempo incrementando l’autonomia di marcia.
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Il sistema – promettono gli ingegneri del Tennessee – potrebbe arrivare sul mercato a un prezzo di 3 mila dollari, ma anche qui non mancano le incognite. Anzitutto, l‘affidabilità del veicolo modificato e gli effetti sul comportamento su strada, tutti da verificare. In secondo luogo, alcuni sostengono che siano necessarie anche delle modifiche al comparto delle sospensioni collegate ai mozzi, per via del maggior carico sull’asse. Bisognerebbe superare lo scoglio dell’omologazione per il mercato europeo, i cui standard al momento non renderebbero possibile l’immissione di questa soluzione sul mercato.
Rimane in ogni caso da apprezzare l’iniziativa del team statunitense, che forse ha suggerito una nuova strada per i produttori d’auto e le aziende del settore energetico. Nel nome del risparmio e del pollice verde.
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Ecco anche il video di questa innovazione, buona visione a tutti:
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