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Comuni francesi richiamano in servizio i carretti trainati dai cavalli per la raccolta rifiuti

A volte il progresso deve guardare anche al passato e non solo al futuro.
Questo devono avere pensato i sindaci di una sessantina di cittadine francesi che – per ritirare la raccolta differenziata porta a porta in paese – hanno pensato bene di mandare in pensione gli autocompattatori della raccolta differenziata, richiamando in servizio i carretti trainati da cavalli, che ora girano porta a porta per raccogliere i rifiuti dei cittadini.

Comuni francesi richiamano in servizio i carretti trainati dai cavalli per la raccolta rifiuti

Una soluzione, quella di mettere in servizio cavalli come operatori ecologici, che non è priva di controversie e ha sollevato un interessante dibattito oltralpe.
Se è vero da un lato che i carretti trainati da cavalli non hanno le stesse emissioni e la rumorosità e nemmeno (pare) i costi di manutenzione dei camion della nettezza urbana, dall’altro non manca chi ha avuto modo di sollevare eccezioni su questa pensata (che comunque è stata promossa dalla società leader del riciclo rifiuti transalpino Sita).
Innanzitutto motivazioni etiche e preoccupazioni circa la possibilità che si incorra in un becero sfruttamento dei cavalli, delegando loro compiti che ormai da decenni sono svolti da macchine. In secondo luogo, ulteriori problemi che tale soluzione creerebbe alla viabilità urbana ed alla scorrevolezza del traffico nei centri urbani dove è stata implementata, problemi che sono destinati ad essere tanto più evidenti quanto maggiori sono le dimensioni delle cittadine che decideranno richiamare in servizio i carretti trainati da cavalli. Infine, in caso di uso massiccio e non puramente folkloristico dei carretti trainati da cavalli, non va dimenticato che purtroppo le bestiole fanno i loro bisogni sulle strade, dove diventa non propriamente facile garantirne la pulizia. Senza apposite soluzioni di pulizia, di fatto le strade frequentate intensamente da cavalli tendono ad avere quasi un secondo manto stradale, scivoloso e non esattamente profumato e salubre, formato dalle deiezioni delle simpatiche bestiole.

Non è tutto green quello che luccica in merito a questa soluzione, che ci pare più ornamentale che altro e che in ogni modo non può venire incontro ai problemi della crescente fetta di popolazione mondiale che sta andando a vivere in megalopoli trafficatissime.

Va comunque ricordato che il pioniere di questa soluzione è comunque un Comune siciliano, Castelbuono, dove nel 2007 il Sindaco Mario Cicero aveva sostituito la tradizionale raccolta dei rifiuti fatta dai camion con sei asine, che provvedevano alla raccolta dei sacchetti dell’immondizia con un servizio porta a porta.
Nel caso delle eco-asine, come erano state battezzate, il Sindaco di Castelbuono aveva però messo la mano sul fuoco circa l’economicità della soluzione ed ai vantaggi per le casse comunali: “Un autocompattatore ha un costo di 30000 euro contro i 1000 euro per l’acquisto di un’asina: la manutenzione del mezzo meccanico si aggira intorno agli 8000 euro l’anno, mentre per offrire vitto e alloggio ad un asina sono sufficienti 2000 euro. Inoltre un autocompattatore ha una vita di circa 5 anni, mentre le asine possono offrire la propria forza-lavoro per circa venti anni e riprodursi, senza inquinare l’atmosfera!

In effetti un filo di logica c’è, ma alcune perplessità rimangono.
Voi che ne pensate?

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Un commento

  1. intanto bravo x aver pubblicato l articolo e cmq non essere scettico x questa soluzione ,dove i francesi su queste cose sono molto piu avanti di noi e se non fosse vantaggioso x tutti non lo farebbero..

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