Il sapote è un frutto tropicale dal gusto davvero squisito, che in Italia è praticamente sconosciuto. Arriva dal Centro America, è molto saporito e ricco di proprietà nutritive. Ed è un prezioso alleato nella cura di problemi venerei, per ridurre il rischio di infarto per dare forza e vitalità e per la sintomatologia della menopausa femminile perché regolatore naturale degli ormoni.
Scopriamo le caratteristiche di questa pianta e del suo frutto conosciuto già dai Maya.
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Sapote è un frutto commestibile, dalla polpa morbida e il sapore dolce che ha origine in America centrale . Già coltivato dalle società precolombiane come i Maya e gli Atzechi che lo consumavano per il suo sapore ottimo ma anche per curare il mal di testa e alcune malattie veneree.
Si estrae, inoltre, un olio che viene utilizzato sia in cucina che in medicina che nella cosmesi, ma gran parte dell’interesse si ha per il consumo del frutto.
Intanto conosciamo le caratteristiche della pianta pressoché sconosciuta in Italia per poi apprenderne le qualità.
La pianta è originaria dell’America centrale, soprattutto in Nicaragua e dell’area dei Caraibi ma viene coltivata oggi anche in America del Sud negli Stati Uniti e in Australia.
Il nome deriva da una parola di origine azteca tzapotl che significa ‘frutto dolce’.
Il frutto si presenta come una grossa mela o pompelmo con buccia marrone e sottile simile a quella del kiwi e polpa morbida di vario colore che va dall’arancio, al rosa, al nero. Esistono infatti differenti specie di questo frutto tropicale.
Il frutto va consumato unicamente quando è ben maturo perché se colto immaturo è duro e legnoso e in più è pieno di un latice che lo rende difficile da gustare.
Se consumato ben maturo, invece, è morbido e quasi cremoso da mangiare anche con il cucchiaio, il suo gusto secondo alcuni ricorda quello della pesca o dell’albicocca, secondo altri è più dolce come nocciola o cioccolato. A voi la prova!
Esistono diverse tipologie di questo frutto:
Chiamato anche pouteria sapota, la variante mamey sapote è la più comune originaria dell’America centrale e dei Caraibi, appartiene alla famiglia delle Sapotaceae e oggi è coltivato in tutta l’America Latina.
Il frutto appare come una grossa mela dalla buccia marrone, che può raggiungere le dimensioni di 20 cm. La sua polpa è rosa salmone o arancio vivo e il suo frutto è ricco di polpa morbida (quando ben maturo) e cremosa con al suo interno dei semini.
Nei paesi del Centro e del sud America questa polpa morbida e dolce viene utilizzata soprattutto per guarnire e completare torte e dessert.
Ma fin dall’antichità il Mamey sapote era consumato da Maya e Atzechi per le tante proprietà nutritive che oggi possiamo dichiarare che possiede: ricco infatti di vitamina B6- B3, B2, C e vitamina E.
Nome botanico Diospyros nigra, il sapote nero che i Maya chiamavano Tauch è un frutto originario del Messico ma diffuso in tutta l’America centrale fino ad arrivare alle Hawaii e alle Filippine. Appartiene alla categoria delle Ebenaceae.
Si chiama nero poiché il frutto è molto scuro, appare come un caco dalla buccia verde e dalla polpa marrone e nera. Non bello alla vista ma di certo buono da mangiare, il suo sapore è dolce e ricorda un mix di banana e cioccolato.
Anche in questo caso il frutto va mangiato esclusivamente maturo perché altrimenti è legnoso e lattiginoso.
Anche il sapote bianco arriva dal Costa Rica e dal Messico. La sua polpa è chiara e la buccia verde, al suo interno si trovano due grossi semi tossici e dotati di proprietà narcotiche, non commestibili.
Proprio per questo motivo veniva chiamato dagli Atzechi il frutto del sonno e dagli spagnoli il matasana, cioè il frutto che può uccidere una persona sana.
Questo frutto appartiene alla famiglia delle Rutaceae. La pianta è sempreverde e del frutto è commestibile solo la polpa, non è invece commestibile la buccia e nemmeno i semi, che sono anzi tossici.
Il sapore della polpa è molto dolce e ricorda la banana con un retrogusto alla vaniglia.
Il frutto bianco più di altre varianti di sapote viene utilizzato per le proprietà benefiche dovute alla presenza di flavonoidi e zapotina che agiscono come neurotrasmettitori svolgendo una funzione antiossidante.
La sapotiglia, o sapodilla come viene chiamata in Messico, paese dove trova le sue origine, è una pianta delle Sapotacee che si coltiva oggi in tutto il centro America ma anche in Florida e in India per due particolari motivazioni:
Ha un polpa molto dolce e granulosa che potrebbe ricordare la consistenza di una pera ben matura, molto dolce. Con i semi non commestibili si possono preparare delle tisane.
Va consumato solo ben maturo altrimenti il suo sapore risulta legnoso e sgradevole per la presenza di tannini. Ricco di vitamine C-A e ferro, potassio e rame. Ha proprietà lassative e antiossidanti.
Molto delicato, è quasi impossibile esportarlo: per questo ancora oggi si trova quasi esclusivamente nelle aree di produzione come il Messico, la California e l’India.
Va mangiato solamente quando è ben maturo: solo così infatti sarà possibile gustare una polpa morbida e dolce.
Per aprire il frutto basta tagliarlo a metà e rimuovere il suo seme e mangiare al cucchiaio.
Il frutto è buono consumato così fresco, oppure può essere utilizzato in cucina per la preparazione di creme e dessert, sciroppi e succhi di frutta, come topping per gelati e torte, ma anche accompagnato al formaggio cremoso per una colazione salutare.
Da noi, si trova unicamente in alcuni ortofrutta specializzati in delizie tropicali o sulle tavole di chef stellati.
In Centro America il frutto viene gustato fresco oppure spalmando la polpa sul pane oppure in preparazioni come budino o marmellata.
Il frutto del sapote ha la polpa dolce con una consistenza un po’ granulosa determinata dalla presenza di piccolissimi semi.
Il gusto è difficile da spiegare: un mix tra banana con retrogusto di cioccolato e vaniglia, ricorda anche il miele e lo zucchero di canna. Insomma va provato!
Una ricetta tipica dei paesi del centro America è lo smoothie al sapote che viene offerto ai bambini per merenda.
Ingredienti
Preparazione: aprire il sapote tagliandolo a metà e rimuovendo la polpa senza i semi centrali. Unire la polpa ben morbida al latte vegetale e alla vaniglia o cannella. Frullare, unendo a piacere anche del ghiaccio.
Il frutto tropicale di sapote contiene una buona concentrazione di
Ricchissimo quindi di proprietà ma con solo 45 Kcal ogni 100 grammi di alimento, zero grassi e tanta acqua (il 70% della polpa è composto da acqua).
Non solo polpa e frutto, dal sapote si ricava anche un prezioso olio vegetale. Si estrae dai semi grandi che si trovano al suo interno e non sono commestibili.
L’olio che se ne ricava è un olio che ricorda l’olio di mandorle. Il colore dell’olio di sapote è tendente all’arancio e piuttosto solido, si scioglie con il calore.
Non ancora diffuso in Europa, si può recuperare in negozi specializzati oppure online, questo olio è ricchissimo di vitamina C, il doppio di quello che si può assumere dalle arance.
Oltre alla vitamina C contiene anche:
Si assume come integratore alimentare, è un ricostituente naturale multivitaminico.
L’olio di sapote trova impiego anche nella cosmesi e in farmacologia perché funge da lenitivo sia sugli occhi sia su pelle irritata o con dermatite, oppure come olio di bellezza per i capelli.
In Italia trovare il frutto di sapote non è facile, ancora considerata una rarità perché è difficile da trasportare e il lungo viaggio può distruggere il frutto che come abbiamo detto deve essere colto e consumato ben maturo.
Quindi ad oggi mangiare il frutto fresco è una prerogativa dei paesi caraibici e del Sud America in generale.
Le coltivazioni sono oggi diffuse anche in altri paesi come Florida, India e Australia.
In Italia tentativi di piccole coltivazioni bio di sapote si in Sicilia, Puglia e Calabria.
L’olio di sapote è reperibile online e in alcuni negozi di prodotti biologici. Il prezzo è in media di 10 euro ogni 100 ml. L’Inci deve riportare la scritta 100% di Pouteria sapota Seed Oil. Online si trovano anche i semi per coltivare questa pianta.
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