Oche domestiche e oche selvatiche… ne conosciamo la differenza? Quali sono le caratteristiche, cosa mangiano, come si riproducono e come vivono a contatto con l’uomo.
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Con il termine generico di oca si indica una famiglia di uccelli, tra cui anche i cigni e le anatre. In Occidente le oche sono state addomesticate per secoli.
Più pesante e goffa rispetto all’anatra, ha piumaggio più foltoe morbido. Cammina più di un anatra, ma nuota molto meno.
Fisicamente si può dire che ha:
Non mostra dimorfismo sessuale. Emette un verso roco e sgradevole.
Esistono diverse specie in natura che devono la differenza in particolare al colore del piumaggio, che può essere bianco candido e a volte scuro.
In base a questo possiamo suddividerle in due categorie:
Spesso paragoniamo un essere umano ad un’oca per definirla tonta e stupida. In realtà non lo sono affatto. Dotate di uno spiccato senso sociale, sono leali nei confronti del proprio simile e anche dell’allevatore, come di rado accade nel mondo animale. Scelgono un partner e difficilmente lo abbandonano, rimanendogli fedeli per tutta la vita. #advanceampads0#
I generi di oche domestiche più comune sono Anser e Cygnopsis e vengono allevate fin dall’antichità. Vediamole in dettaglio.
Le domestiche amano molto i tuberi e le radici: nascono infatti come animali erbivori, ma sono ormai divenute onnivore proprio a causa o grazie al contatto continuo con l’uomo.
Di norma, infatti, in fattoria si tende a nutrirle con gli avanzi dei pasti ,senza pensare che forse sarebbe meglio continuare a farle cibare di erba.
Negli allevamenti la loro dieta è a base di semi, frutta e verdura, mentre le proteine vengono integrate mangiando bruchi e insetti.
Pur essndo uccelli, svolazzano. Si alzano solo di qualche centimetro dal suolo, perché la vita domestica le ha decisamente appesantite.
L’oca da cortile infatti è più grassa e pesante rispetto a quella selvatica e non riesce più a volare.
La stagione riproduttiva è la primavera. La maturità sessuale dell’oca viene raggiunta a 2-3 anni e solitamente si accoppiano con lo stesso partner per tutta la vita.
L’uomo ha influenzato la vita naturale di questo animale domestico, che in allevamento diventa poligama per motivi di redditività, affinché faccia sempre delle uova.
Depone massimo 6 uova alla volta, che cova in nidi nascosti tra i cespugli e i canneti per 28 giorni. Non sono brave covatrici. A volte si usa una chioccia per covare le loro uova.
Dopo la schiusa i piccoli vengono alimentati e protetti da entrambi i genitori, finché diventano indipendenti nel giro di 2 mesi.
È considerata adulta a 2-3 anni e può vivere fino a 20 anni. Ma quando è destinata all’ingrasso forzato, muore dopo 3-4 mesi.
Le oche si allevano dai tempi più antichi. Erano diffusi in passato soprattutto in Veneto ed Emilia Romagna.
Veniva definita il ‘maiale dei poveri‘ perchè con minima cura da parte del fattore offriva in uova, piumino e carne. Si usava tutto, anche la pelle per la concia.
Allevarle è abbastanza semplice, basta avere un prato per il pascolo e dell’acqua. Per alimentarle, oltre al pascolo, si può aggiungere un pastone da pani, cruschello di frumento e farina di granoturco, un po’ di granaglie o di mangime.
Le oche vivono in gruppi di solito formate da 1 maschio e 3 femmine Per favorire e intensificare la riproduzione negli allevamenti i gruppi sono invece formati da 1 maschio e 5 o 6 femmine.
A differenza del libero allevamento a pascolo, in quello intensivo, l’oca non può provvedere da sola all’approvvigionamento dell’erba. In questo caso vengono alimentate con mangime ad hoc oltre a erba, mais da foraggio e radici
Qui le oche non stanno al pascolo, ma vengono allevate in parchetti con pavimento listellato e sopraelevati da terra (da 2 a 5 animali al metro quadrato).
Le oche possono essere allevate per carne, oppure essere sottoposte ad ingrassamento forzato per la produzione del foie gras. In questo caso vengono fatte ingrassare al pascolo, poi alimentate forzatamente per un mese con mangimi energetici.
Quando è abbastanza grassa viene posta in gabbie senza possibilità di movimento per circa 3-4 settimane e sottoposta a ingozzamento. Questa procedura viene eseguita con con appositi apparecchi, facendo loro assumere pastoni in quantità massive. Questo trattamento inumano (gavage) provoca bell’animale una ipertrofia del fegato, che arriva a pesare da solo fino 1 kg.
Dalle oche si ricava anche pelle per la concia e soffici piume che vengono utilizzate per imbottire le coperte, i cosiddetti piumoni, cuscini e giacche (i piumini).
La spiumatura viene eseguita in tempi prossimi alle mute naturali, affinchè non causi danni e dolore all’oca, e va eseguita in animali che non devono riprodursi.
Le varie specie di oche selvatiche vivono in Europa, Asia e Nordamerica. Sono uccelli migratori che a Nord nidificano e poi si postano a Sud per svernare. Vivono in ambienti umidi vicino a piccoli corsi di acqua.
Vengono anche chiamate oche cenerine per il colore scuro del piumaggio.
L’oca selvatica è un animale erbivoro e quindi si nutre di piante acquatiche, di erba e di radici o granaglie. Oltre ai vegetali possono nutrirsi di piccoli invertebrati.
Si riproduce in primavera in zone umide, tra i canneti. Nidifica in aree con potenziali fonti di cibo, prati o campi coltivati a cereali, e inaccessibili ai predatori.
Il nido viene costruito all’interno di canneti o tra i cespugli. La femmina depone 4-6 uova; il maschio collabora ampiamente alla cova, che dura un mese
Dopo un mese dalla schiusa, i pulcini sono già in grado di volare, ma non si allontanano dal nido fino all’inverno successivo.
Le oche selvatiche a differenza delle oche domestiche sono ancora uccelli migratori, non sedentari. Le oche domestiche hanno infatti smesso di volare e sono ingrassate.
Le oche selvatiche invece sono uccelli e volano. Durante le migrazioni gli stormi formano le classiche V nel cielo.
L’oca selvatica è diventata famosa grazie agli studi dell’etologo Konrad Lorenz sul fenomeno dell‘imprinting. Famosa è la foto dello studiosos seguito da una file di pulcini che lo credono la loro madre.
Sono animali legate ad una antica leggenda romana che le vuole legate all’assedio di Roma da parte dei Galli. La vicenda si svolge sul Campidoglio, dove sorgeva il tempio di Giunone abitato dalle oche sacre alla dea.
Una notte Marco Manlio, un soldato sente le oche starnazzare si sveglia e accorre al tempio dove vede i Galli che stanno cercando di entrare. Le oche urlano così tanto che tutto l’esercito si sveglia e così sconfigge i Galli.
Si dice di una donna sciocca, superficiale, oppure ingenua e credulona, che ride per niente, cioè ‘giuliva’.
L’oca avvisava gli abitanti di Friburgo dell’arrivo degli aerei nemici durante la seconda guerra mondiale. Questa oca è stata riprodotta in un monumento.
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