Tutto sul cotone, eccovi la nostra guida completa a questa fibra naturale.
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Indossiamo quasi tutti il cotone ogni giorno, sia sotto forma di jeans, magliette, camicie, calze…..
Questa fibra ci circonda anche a casa, come tovaglia, lenzuola, asciugamani, spugna…. ma anche come tende e cuscini.
Ma sappiamo davvero tutto di questo antico materiale vegetale naturale che abbiamo sempre visto? Scopriamolo insieme.
Il cotone è la “palla soffice” o bambagia che avvolge, quando il frutto raggiunge la maturità, i semi di un arbusto originario dell’India, il Gossypium e che cresce nei paesi caldi.
Il cotone è un tesoro che la natura ci offre: appartiene alla categoria dei materiali naturali, già presenti in natura.
Una categoria che si differenzia dai materiali artificiali (ottenuti dalla trasformazione chimica di una materia prima naturale, ad esempio la viscosa) e dai materiali sintetici (derivati da idrocarburi derivati, ad esempio il poliestere).
Questa fibra è un materiale naturale di origine vegetale, come il lino, la canapa, il ramiè, la iuta, la rafia….. Esistono anche ovviamente altri materiali naturali di origine animale, come la lana o la seta.
E’ attualmente la fibra tessile più utilizzata al mondo, viene coltivato in India da più di 3000 anni.
Si presume anche che questo tessuto fosse già noto agli egiziani più di 12.000 anni prima di Cristo. Infine, gli archeologi hanno anche identificato frammenti di cotone in Messico che risalgono a 7000 anni fa.
L’industria del cotone fiorì in Europa nel XIV secolo. Nel 1664 fu fondata “La Compagnie Française des Indes”, che commerciava in “indiani”, tessuti di cotone dipinti (allora stampati) che suscitavano un immenso interesse.
Il termine “indiano” è usato ancora oggi, proprio come “persiano” che è sinonimo.
Purtroppo, la storia di questa fibra è legata anche alla storia della schiavitù, che nel XVII secolo ha fornito la principale forza lavoro in America per la coltivazione.
Ed ora passiamo ad analizzarne la produzione.
Il cotone nasce dall’apertura a maturità dei frutti dell’albero del cotone: questi frutti in forma di capsule rigide si aprono e scoprono i semi, che sono avvolti in un batuffolo di cotone.
La sgranatura è il primo passo nella lavorazione: è l’operazione che consiste nel separare il cotone idrofilo dal seme e viene effettuata con una sgranatrice meccanica.
Dopo aver selezionato le fibre sufficientemente lunghe e averle pressate in balle di cotone più facili da trasportare, sarà possibile effettuare la filatura.
Vediamo ora tutte le fasi del processo di filatura
E’ l’insieme di passaggi che permettono di ottenere dalla materia prima del cotone un filato adatto alla tessitura o alla maglieria.
Ecco le cinque fasi principali in dettaglio:
Ed ora passiamo ai vantaggi e agli svantaggi dei tessuti in questa fibra.
Questo lo rende più comodo per l’uso nelle magliette e incomparabilmente efficace per gli asciugamani accappatoi, così come gli asciugatutto da cucina o strofinacci.
Trattiene il calore, soprattutto quando viene raschiato. Per questo motivo i maglioni, i maglioni o i gilet in jersey o felpa di cotone hanno spesso un interno soffice: il cotone è spazzolato per renderlo ancora più confortevole.
Può quindi essere lavato senza problemi a 40°C o 60°C, e in alcuni casi anche bollito.
Il cotone può anche essere stirato con un ferro da stiro caldo (due punte).
E’ relativamente economico. Date le sue qualità, il cotone è un materiale tessile poco costoso.
E’ piacevole da indossare, sano, molto bassa allergenico. Le fibre ritorte lo rendono morbido. E’ una fibra morbida, ben tollerata dalla pelle sensibile e la più consigliata per la biancheria intima (nessun effetto “macerazione” come a volte accade con le fibre sintetiche).
Con i tessuti di cotone, la pelle respira e il sudore può essere evacuato mediante traspirazione.
Realizzato in tessuto, assorbe bene la tintura e restituisce colori brillanti. È facile da stampare perché gli inchiostri penetrano in profondità nelle fibre piuttosto che rimanere sulla superficie.
Ed ora passiamo anche ai punti a sfavore.
Tende a restringersi durante il primo lavaggio o se viene lavato ad una temperatura troppo alta.
Il cotone bianco diventa giallo se stirato a temperature troppo alte. E’ anche sensibile allo scolorimento da parte della luce
Alcuni coloranti o inchiostri da stampa tendono inoltre a sbiadire sotto l’azione della luce.
Se non viene conservato correttamente, o se viene piegato prima dell’asciugatura, questa fibra può sviluppare muffe.
Attenzione ai buchi nelle vecchie lenzuola usurate o alle ginocchia per i jeans!
Una veloce panoramica degli utilizzi di questa fibra.
Sapevate che le vostre piccole bobine di filo per cucire sono di cotone? permette di ottenere filati opachi o più brillanti, ma anche spaghi e corde.
Non vi insegneremo nulla ricordandovi che il cotone è il protagonista della produzione di abbigliamento: è il materiale più utilizzato, sia per le donne e per gli uomini ma anche per i bambini, poiché è il materiale migliore per la pelle.
Può essere tessuto in camicie, ma può anche essere lavorato a maglia in T-shirt, il che ne aumenta la flessibilità. Va anche notato che molti pizzi e tulle di qualità sono fatti di cotone.
I tessuti di rivestimento in questa fibra danno vita a bellissimi tessuti uniti, ma soprattutto è il supporto ideale per tessuti stampati che permettono di aggiungere motivi alla vostra decorazione. Si trova in tende, cuscini, cuscini, plaid.
Se il cotone è una fibra vegetale naturale in natura e quindi non costituisce un sottoprodotto del petrolio, come si potrebbe rimproverare ai materiali sintetici, la trasformazione da grezzo in materia tessile solleva invece alcune questioni ambientali.
Lo sbiancamento e la tintura comporta l’uso di molti prodotti chimici. Il consumo di acqua utilizzata per la produzione di tessuti di cotone è inoltremolto importante.
Inoltre, la coltivazione stessa è considerata una delle colture più inquinanti (fertilizzanti, pesticidi, ecc.).
Le tematiche dell’impatto ambientale e della sostenibilità ecologica toccano praticamente ogni prodotto di consumo.
Non sfuggono, quindi, neppure i tessuti normalmente utilizzati per la realizzazione di capi di abbigliamento (e non solo).
Per un consumo più etico e responsabile del cotone, esiste il cotone biologico ed organico, che vieta l’uso di pesticidi e limita le quantità d’acqua utilizzate.
Tuttavia, è necessario prestare attenzione durante la tintura anche di quello organico (la materia prima può essere ecologica senza che la tintura sia tale).
Quattro ricercatori del Politecnico di Hong Kong si sono interessati a questo aspetto della eco-compatibilità mettendo a punto il primo sistema per valutare in modo completo la qualità ecologica delle fibre tessili.
I parametri impiegati da questo sistema di valutazione per determinare gli indici di impatto ambientale (Ei) e sostenibilità ecologica (Esi) delle fibre includono:
Analizzando dieci fibre (cotone biologico e tradizionale, lana, lino, viscosa, poliestere, due tipi di nylon, polipropilene e acrilico), le fibre naturali ( cotone biologico in primis) sono risultate quelle più eco-compatibili e sostenibili dal punto di vista ambientale.
Agli ultimi posti si trovano fibre come polipropilene, poliestere, nylon e, infine, acrilico.
In breve, ci sono “limiti” alla maggior parte delle fibre. Una prima risoluzione sensata, semplice da attuare personalmente, come consumatore di prodotti tessili – cotone o altre fibre – sarebbe quella di concentrarsi su prodotti di qualità che siano sostenibili nel tempo per evitarne un consumo eccessivo.
Indubbiamente pratico, piacevole e confortevole, è un materiale tessile di qualità e versatile, giustamente pregiato, anche se non ha ancora raggiunto la “perfezione” in termini di sostenibilità ambientale.
Ci auguriamo che vi sia piaciuto conoscere meglio la sua storia, il suo sfruttamento tessile, le sue qualità e i suoi difetti come tessuto.
Scopriamo insieme altri materiali naturali per vestirsi o arredare casa in maniera più sostenibile.
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