In Italia è più noto come cren, soprattutto nella zona di Trieste, dov’è condimento essenziale del bollito: è la barbaforte, detta anche rafano di Spagna o rafano orientale.
Contenuti
L’armoracia rusticana è una pianta erbacea perenne della famiglia delle crucifere, tipica di Europa sudorientale e Asia occidentale.
Rustica, dalle foglie grandi e ruvide, può arrivare a raggiungere anche i 52 cm. Di colore verde intenso, presenta piccoli fiori bianchi che compaiono all’inizio dell’estate.
Apprezza sia la penombra che il sole, mentre il terreno dev’essere asciutto e fertile. Non ama la siccità. Il periodo più indicato per la semina è la primavera.
Si utilizza lo stesso sistema necessario alle patate, ponendo cioè i pezzi di radice a circa 10 metri di profondità. Non è infatti possibile usare i semi, poiché il rafano rusticano non ne possiede.
Le piantine, invece, vanno distanziate le une dalle altre di almeno 52 cm.
Ha un alto contenuto di vitamina C, acido folico e fibre alimentari.
Per questa ragione, è conosciuto come dimagrante naturale, antinfiammatorio e stimolante del sistema immunitario.
È infatti in grado di favorire la diuresi e dunque di combattere la ritenzione idrica, mentre i solforati agiscono da antiossidanti.
Rappresenta quindi anche un rimedio per dermatiti, herpes, alopecia e macchie della pelle.
Contiene calcio, potassio, fosforo, ferro e magnesio, atti a contrastare influenza e raffreddore, infiammazioni del tratto urinario e digestivo.
Decongestionante del fegato, stimola la digestione. In più, il suo contenuto in sinigrina lo rende un antibiotico naturale, che regola la pressione arteriosa e che insieme al potassio, fa del cren un potente vasodilatatore.
Espettorante e fluidificante del catarro, si utilizza per trattare bronchiti e sinusiti.
Macerata nel vino o nella grappa questa radice può infine fungere da cataplasma, per la cura di reumatismi, strappi muscolari, artriti e sciatalgie.
La radice di rafano viene quasi esclusivamente utilizzata tagliata o grattugiata cruda, perché è allora che si attivano gli enzimi responsabili del suo sapore piccante.
Una volta aperta, va consumata immediatamente oppure conservata sottaceto per non intaccarne le proprietà.
In Basilicata, viene unita a uova sbattute, pecorino, prezzemolo e pepe nero, nella preparazione di una frittata alta, detta rafanata materana o marsicana.
Sempre a crudo, è ingrediente fondamentale dell’intoppo, ragù tipico della città di Potenza, ed è infatti qui che viene definito ironicamente “tartufo dei poveri”.
Sempre a Potenza, le sue foglie vengono utilizzate per aromatizzare minestre a base di verza ma la radice è usata anche come surrogato del wasabi.
SPECIALE: Rafano, benefici e proprietà di questa radice
A Trieste, il cren è il condimento base di antipasti a base di prosciutto cotto in crosta di pane o di prosciutto cotto tipo Praga. Si tratta di uno degli alimenti dove è più lampante l’influenza mitteleuropea in questa zona.
È il classico prodotto che non può mancare nel buffet dell’aperitivo: il pane, con il cotto affumicato, viene servito caldo, arricchito da cren grattugiato e senape.
In Südtirol si associa allo speck, ed è usanza portarne una parte alla messa di Pasqua. Si dice infatti che il kren benedetto possa allontanare i serpenti per un anno dalla casa di chi lo consuma.
Ma la cucina triestina lo unisce anche ad altri tipi di carne e nel bollito, insieme alla senape, come salsa di accompagnamento. È poi conosciuto in Austria ed Ungheria, per condire carne, pesce e uova.
La salsa in diverse varianti, fa parte della tradizione culinaria di regioni come Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Trentino. Nel Regno Unito, questa tipologia di rafano viene utilizzata per preparare un condimento freddo, detto horseradish sauce.
Ingredienti
Procedimento
Lavate molto bene il rafano, asciugatelo e pelatelo oppure raschiatelo con un coltello. Grattugiatelo finemente e tenetelo da parte in una ciotola.
Tagliate la mollica a cubetti, aggiungetela al rafano, unitevi il sale, lo zucchero, l’accento e l’olio. Mescolate e strizzate il tutto con le mani fino a creare una pasta omogenea.
Per un salsa più delicata, aggiungete della panna.
Ingredienti
Procedimento
Dopo aver lavato e mondato la radice, asciugatela bene e grattugiatela finemente. Riducete la mollica in pezzetti e ammollatela nel latte per creare una poltiglia.
Unite la mollica al rafano, poi versate aceto, olio, sale e zucchero. Impastate con le mani per amalgamare bene.
Prima di servire, aggiungete una parte di maionese; potete farla anche senza uova per rendere la salsa più delicata e leggera.
Questa variante viene utilizzata sia nel Triveneto che nella cucina ebraica dell’Est Europa. È ideale con affettati e carni grasse alla griglia.
Ingredienti
Procedimento
Dopo aver lavato e pulito la radice, grattugiatene un pezzo di circa 4 cm. Fate lo stesso con la mela, a cui aggiungerete una presa di sale, zucchero e aceto. Mescolate il tutto.
Potrebbero interessarvi anche:
Utilizziamo i cookie insieme ai nostri partner per personalizzare i contenuti e gli annunci pubblicitari, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico.