Rinnovabili

Curiosità green: biogas anche dalla popò di maiale

Del maiale non si butta via niente, è risaputo sin dai tempi più remoti. Ma non era noto ancora il fatto che da questo animale “generoso” dal punto di vista alimentare, si possano utilizzare perfino gli escrementi. Ovviamente non per ricavarne cibo, bensì energia.

Curiosità green: biogas anche dalla popò di maiale

Ci sono riusciti a Yadkinville, un piccolo centro agricolo della North Carolina con 2.800 abitanti.

La Duke University di Durham ha infatti realizzato un impianto pilota che sfrutta gli escrementi dei suini per ricavarne metano da bruciare, al fine di mettere in movimento un generatore di energia elettrica. Così con i rifiuti prodotti dai 9.000 maiali della Loyd Ray Farms, l’azienda che ha accettato di collaborare al progetto, ora si ottiene energia sufficiente al fabbisogno di 35 famiglie per tutto l’anno.

Già solo questo impianto pilota dovrebbe essere in grado di evitare l’immissione nell’atmosfera di 5.000 tonnellate di anidride carbonica all’anno che equivale, spiegano i ricercatori, a togliere 900 auto dalla circolazione. Non male no?

L’impianto di Yadkinville ha richiesto tre anni di lavoro ed è costato 1,2 milioni di dollari.

Vediamo tecnicamente in cosa consiste: ci sono un sistema di trattamento anaerobico degli scarti e una vasca di aereazione; il metano prodotto dalla fermentazione delle deiezioni degli animali viene convogliato verso un sistema a turbina mentre il gas in eccesso viene comunque bruciato per evitare che si disperda.

Per realizzarlo la Duke University ha lavorato con la Duke Energy, che condivide con l’Università il fondatore, James Buchanan Duke, ma che è una grande compagnia energetica quotata in Borsa.

Il vantaggio nel riutilizzo degli escrementi degli animali in realtà è doppio, perché questi rifiuti rilasciano grandi quantità di inquinanti nell’ambiente, soprattutto metano, che è assai più nocivo della CO2, paradossalmente.

Intrappolare il metano prodotto per metterlo sul mercato per alimentare, per esempio, le auto o macchinari industriali, sarebbe estremamente difficile.

Dunque meglio utilizzarlo “sul posto”, evitando così immissioni nell’ambiente e al contempo producendo energia.

Ricercatori e dirigenti d’azienda sono tutti molto soddisfatti del risultato ottenuto e promettono che questo è solo l’inizio. “Questo impianto sarà una vetrina per tutti quelli che possono essere interessati al trattamento degli escrementi di maiali per trasformarli in energia“, spiega con fierezza Owen Smith, responsabile del settore di business delle rinnovabili della Duke Energy.

Il progetto, infatti, è definito “open source“: chiunque può vedere la tecnologia applicata e riproporla altrove. Con circa 900 milioni di suini da allevamento stimati nel mondo, il mercato non manca.

L’esperimento ha già trovato partner d’eccezione pronti a crederci. Google ad esempio, molto impegnata a cercare di ridurre l’impatto delle proprie attività, si è offerta di accollarsi parte dei costi per garantirsi la possibilità di acquistare “carbon credits” che vadano a compensare le sue emissioni di CO2. Speriamo che a Google ne seguano tanti altri, e non solo multinazionali.

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