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Dalla corsa allo spazio alla corsa all’energia dallo spazio

Da sempre, l’uomo ama essere il “primo”, la competizione scatta per qualsiasi cosa, basta aggiudicarsi il titolo. Stati Uniti e Giappone sono al lavoro su progetti molto simili tra loro: costruire centrali solari nello spazio, così da poter sfruttare l’energia cosmica e inviarla alla Terra come energia alternativa.

Dalla corsa allo spazio alla corsa all’energia dallo spazio

A questi, si è aggiunta la Russia, annunciando di voler partecipare all’attività ma in proprio, sviluppando da sola il proprio progetto. Attraverso la voce di Vitaly Melnikov, un rappresentate dell’Istituto Centrale di Ricerca per la Costruzione di Macchinari, la Russia fa sapere che la sua intenzione è quella di riunire, per l’occasione, le aziende del settore, i grandi marchi dell’elettronica e le università specializzate, così da creare un grande team di lavoro.

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I tempi, però, rischiano di essere stretti: gli USA hanno annunciato il lancio della loro centrale solare spaziale per i 2016, i giapponesi puntano al 2025 e i russi dicono che un prototipo funzionante con una capacità di 100 kW è già in fase di sviluppo.

In ogni caso, i benefici sarebbero grandiosi: alcuni studi, infatti, hanno ipotizzato che la potenza generata da una struttura simile, potrebbe essere 6 volte più economica ed efficiente di quella di una normale centrale solare terrestre. Secondo gli scienziati, la diffusione della luce e l’assorbimento di acqua e molecole di gas atmosferico consumano solo il 35% circa dell’energia contenuta nei fotoni.

Inoltre, le stazioni di terra sono utilizzabili solo nelle ore diurne e in condizioni meteorologiche favorevoli, mentre le stesse centrali nello spazio non avrebbero questo problema perché riuscirebbero sempre a catturare le radiazioni solari.

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Con queste stazioni spaziali si potrebbe sventare e risolvere una potenziale crisi energetica globale, oltre a risolvere la maggior parte delle attuali problematiche ambientali legate all’inquinamento energetico.

Le uniche perplessità che hanno alcuni studiosi del settore riguardano il lato puramente economico: le spese del progetto saranno 10 volte superiori a quelle delle centrali convenzionali, sia per reperire materiali e componenti speciali, sia per mandare in orbita la centrale una volta ultimata.

La domanda sorge spontanea: cui prodest?

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