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Dalla Francia arriva la fiscalità ecologica

Anche in Francia è sempre più sentita la necessità di intraprendere una vera e propria lotta contro le minacce ambientali quali i cambiamenti climatici e la perdita della biodiversità, insieme alla pressante esigenza di coniugare lo sviluppo economico con l’eco-sostenibilità, per evitare di continuare lo sconsiderato sfruttamento delle risorse. Uno sfruttamento delle risorse che è spesso gratutito ed effettuato da privati ma che però pesa sulla collettività.

Dalla Francia arriva la fiscalità ecologica

Per questa ragione il Governo d’Oltralpe ha deciso di dare un valore all’utilizzo delle risorse naturali e alla loro degradazione, adottando un nuovo tipo di tassazione che vada a sopperire agli effetti dell’inquinamento monetizzandoli.

Si tratta di una ‘fiscalità ecologica’ che l’Assemblea Nazionale, uno dei due rami del Parlamento francese, ha deciso di presentare come proposta di legge da associare alla finanziaria 2014, sulla base della bozza dell’ex-ministro dell’ecologia Nicole Bricq, cui è poi subentrata Delphine Batho.

Il testo della risoluzione prevede l’introduzione di una tassazione sul diesel e gradualmente anche sul carbone, i vecchi combustibili fossili responsabili degli elevati tassi di inquinamento.

Tale tassazione avrebbe il compito di compensare l’inquinamento prodotto da quei settori cosiddetti più inquinanti (trasporti, produzione industriale pesante, settore chimico) ma perché siua realmente efficace deve essere nscritta in un periodo di almeno 5 anni.

Sta ora al Governo cominciare ad utilizzare questo nuovo sistema fiscale, cercando di perseguire questo impegno in modo costante le andando oltre i cambi di maggioranza.

A quando in Italia?

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