Mangiare sano

Data di scadenza, mangiano dopo solo in Europa del Nord

La civiltà dei consumi comporta un mondo di sprechi. Nonostante la crisi, è stato calcolato che solo in Italia lo sperpero di cibo costa una media di 1.700 euro a famiglia. Tra gli altri accorgimenti, una maggiore attenzione alla scadenza dei prodotti potrebbe contribuire a limitare questo spiacevole fenomeno.

Data di scadenza, mangiano dopo solo in Europa del Nord

Un recente sondaggio della Commissione Europea, incentrato sulla verifica della fiducia nel mercato green, presentava la seguente domanda legata al tema degli sprechi: “Pensate che sia sicuro consumare prodotti alimentari dopo la data di scadenza indicata sull’etichetta?

Le risposte segnalano le diverse modalità di approccio alla questione nei vari Paesi europei. Se nel Nord Europa prevale un atteggiamento di maggior fiducia, tanto che una netta maggioranza di  svedesi (81%), finlandesi (75%), francesi (74%), belgi e olandesi (73%) ha risposto “”, nei Paesi mediterranei e soprattutto dell’area balcanica i risultati sono del tutto opposti, date le basse percentuali affermative dei romeni (14%), dei bulgari (22%), degli ungheresi (26%) e di noi italiani (27%).

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Gli esiti del sondaggio non stupiscono più di tanto. I Paesi del Nord sono da sempre quelli più sensibili alle tematiche ambientali, data anche la loro particolare attenzione alla riduzione dei rifiuti e degli sprechi. Un modello virtuoso che paradossalmente coincide con situazioni di maggior benessere economico.

Dove invece il progresso arranca (vedi Paesi dell’Est), l’interesse verso queste tematiche diminuisce, così come la fiducia nella reale sostenibilità ambientale delle aziende. Certo, anche il dato dell’Italia non è troppo confortante. Servirebbe forse una maggiore informazione per accrescere la nostra consapevolezza sul tema e modificare le nostre abitudini alimentari.

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Ecco quindi alcuni consigli utili. Prima di tutto bisogna prestare attenzione alla corretta conservazione degli alimenti. In seconda battuta dobbiamo imparare a distinguere tra la dicitura “da consumarsi entro” e quella  “da consumarsi preferibilmente entro”.

Se nel primo caso la data di scadenza indica la perdita delle qualità nutrizionali e organolettiche dei prodotti, che potrebbero diventare anche nocivi, nel secondo è riportato solo il termine minimo di conservazione, oltre il quale i cibi perdono le loro qualità organolettiche ma sono ancora mangiabili senza gravi conseguenze, purché sempre adeguatamente conservati.

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L’Istituto Superiore di Sanità segnala così che se perfino uno yogurt ben conservato può esser consumato il giorno dopo la scadenza, pasta, bibite, tonno in scatola e legumi secchi possono esser mangiati anche 1-2 mesi dopo la data indicata sulla confezione, mentre il pesce surgelato in freezer può durare addirittura 1 anno!

Tutti piccoli accorgimenti per limitare gli sprechi, corrispondenti a grandi gesti di civiltà.

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