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Decreto sviluppo: spiagge “svendute” ai privati per 90 anni?

Una famosa canzone di Mina degli anni 60 aveva come ritornello “Stessa Spiaggia, Stesso mare“. Il ritornello famossissimo sembra da oggi applicarsi alla lettera ai gestori di chioschi e di stabilimenti balneari che di certo non avranno la preoccupazione di non poter tornare l’anno prossimo nella stessa spiaggia e nello stesso mare: con l’approvazione odierna da parte del Consiglio dei Ministri del decreto sviluppo si vedono in pratica riconosciuti un diritto a vita dato che il decreto cita letteralmente :

  • I litorali su cui insistono chioschi e varie strutture turistiche saranno oggetto di diritto di superficie che dura 90 anni

Alla fine dei 90 anni è ipotizzabile un bel rinnovo, quindi la concessione diventa de facto vita natural durante.

Immediate le proteste dei Verdi e di Legambiente che ha dichiarato che si tratta di una vera e propria privatizzazione della costa:

  • il decreto privatizza il patrimonio costiero cedendolo a pochi soggetti più ricchi a scapito dell’intera cittadinanza” . Il rischio potenziale secondo Legambiente è anche quello “di un’ulteriore cementificazione delle già martoriate coste italiane“.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti assicura invece che “le spiagge restano pubbliche“…

Noi condiviamo lo stesso pensiero di Legambiente e purtroppo ci possiamo solo consolare ascoltando la canzone di Mina, voi che ne pensate?

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