La dieta flexitariana è uno stile di alimentazione vario che propende per un maggior consumo di alimenti a base vegetale. Meno rigorosa della dieta vegetariana in senso stretto e della dieta vegana, concede infatti, ogni tanto, il consumo di cibi di origine animale. Non ci sono regole ferree da seguire né dosi e calorie precise da rispettare. Questo tipo di dieta fornisce più che altro delle indicazioni generali di comportamento alimentare che ognuno poi può adattare e personalizzare in base alle proprie personali esigenze.
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Potremmo definire la dieta flexitariana come una dieta vegetariana flessibile. Per l’80%, si basa infatti sul consumo di alimenti di origine vegetale e, occasionalmente, concede anche la possibilità di consumare una porzione di carne, pesce, uova, latte e loro derivati, purché di qualità elevata e a km0.
Si tratta quindi di un regime dietetico piuttosto equilibrato, che non demonizza il consumo di animali e loro derivati quanto piuttosto l’abuso.
Il concetto che sta alla base di questa dieta non è quindi prettamente etico, ma salutistico.
La parola “flexitariano”è un neologismo che nasce dall’unione dei termini “Flexible” e “Vegetarian”. “Flexitarian” si riferisce quindi ad una dieta flessibile che si ispira a quella vegetariana. Privilegia infatti il consumo di alimenti vegetali ma non esclude in toto carne né pesce che invece vengono consumati in maniera moderata.
A ideare questa dieta è stata Dawn Jackson Blatner, nutrizionista statunitense che, nel 2008, ha pubblicato il libro “The Flexitarian Diet”, in cui spiega, punto per punto il metodo di questo regime alimentare.
La filosofia su cui si fonda questa dieta è l’idea che l’alimentazione, prima di ogni cosa, debba essere orientata alla salute.
Dall’uscita del libro della Blatner, la sua dieta ha iniziato a diffondersi riscuotendo grande successo. Spopola anche tra le celebrità. Paul Mc Cartney, Gwyneth Paltrow e Meghan Markle, solo per citare qualche esempio, hanno detto di aver rivoluzionato il loro stile di vita dopo aver adottato la dieta flexitariana.
Il successo di questa dieta lo si deve ricercare fondamentalmente alla flessibilità che si riverbera in vari contesti della nostra vita. Del resto, la società in cui viviamo ci impone ritmi sempre più serrati. Senza contare il fatto che sono sempre di più le persone che, per orari di lavoro, scuola e impegni di vario genere, sono costrette a consumare almeno un pasto fuori casa.
I suggerimenti alimentari della dieta flexitariana sono conciliabili con le esigenze della società moderne. Senza poi dimenticare l’aspetto psicologico. Non si tratta infatti di un regime dietetico eccessivamente restrittivo né troppo limitante e “punitivo”, che impone drastiche e definitive rinunce.
Sana ed equilibrata, la dieta flexitariana è uno stile alimentare che si può portare avanti sempre, e che può essere personalizzato per conciliare le più svariate esigenze.
La dieta flexitariana si fonda su pochi e semplici principi. Ecco quali sono:
Per fare un esempio pratico, la “settimana tipo” deve essere così composta:
La principale differenza dei flexitariana coi vegetariani sta nel fatto che i flexitariani mangiano tutto, prediligendo, però, i cibi di origine vegetale, come frutta, verdura, legumi e cereali. Consumano solo occasionalmente carne, pesce, insaccati, latte, uova e formaggi.
La dieta flexitariana è quindi basata principalmente su proteine vegetali sani ed alimenti vegetali trasformati in minima parte.
Per fare un esempio pratico, vediamo una lista dei più comuni cibi che rientrano nel menu settimanale di un flexitariano.
Sta do ai risultati di varie ricerche scientifiche, la dieta flexitariana può apportare vari benefici alla salute. Nello specifico:
Oltre che alla salute, la dieta flexitariana giova anche all’ambiente.
Un consumo ridotto di carne, infatti, aiuta a preservare le risorse naturali in quanto implica una diminuzione delle emissioni di gas serra ed anche l’uso della terra e dell’acqua.
Per coltivare piante servono molte meno risorse rispetto ad allevare animali.
Le emissioni di gas serra che derivano dalle diete vegane e ovo-latto-vegetariane sono inferiori del 50% e del 35% rispetto alle diete onnivore, con corrispondenti riduzioni nell’utilizzo/sfruttamento delle risorse naturali.
Oltre a tutti i benefici in termini di salute sopra spiegati, la dieta flexitariana offre anche altri numerosi vantaggi, quali:
Seguendo la dieta flexitariana e assumendo max 1500 kcal al giorno, è possibile perdere fino a 15 kg in 6-12 mesi. In questo caso specifico, le calorie dovrebbero essere così ripartite nel corso della giornata:
In base alle necessità del singolo, ovviamente è possibile ridurre o aumentare le calorie, ad esempio scendendo a 1200 oppure aumentandole fino a 1800.
In questi casi, è indispensabile il consulto di un medico nutrizionista che sappia dare le indicazioni più corrette ed adeguate per il singolo caso.
Vediamo alcuni esempi pratici di come poter comporre i vari pasti della giornata se si decide di seguire un regime flexitariano.
Essendo una dieta molto varia che non esclude totalmente alcuna categoria alimentare, la dieta flexitariana non presenta alcuna particolare controindicazione.
Tuttavia, dal momento che si riducono di molto gli alimenti di origine animale, è importante tenere regolarmente sotto controllo alcuni valori del sangue, come la vitamina B12, il ferro, lo zinco e il calcio.
Eccetto patologie e intolleranze particolari, è un regime alimentare che può seguire chiunque, anche i bambini. In questo secondo caso, è comunque sempre meglio consultare il pediatra.
In caso di patologie croniche e/o cure farmacologiche particolari, chiedere sempre il parere del proprio medico curante o di uno specializzato.
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