Prima di addentrarci nel tema, va chiarito cosa si intende con il termine dieta per diverticoli. Non si tratta di una dieta dimagrante, bensì di un regime alimentare consigliato in presenza di una patologia nota come diverticolite. Vediamo quindi di cosa si tratta, per poi approfondire l’alimentazione consigliata in presenza di diverticoli.
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I diverticoli, come noto, sono delle escrescenze che si formano sulla mucosa del colon, ovvero lungo il tratto finale dell’intestino. Quando si infiammano, ovvero quando il materiale fecale si accumula all’interno di queste “sacchette” generando uno stato infiammatorio, si parla di diverticolite, che può essere lieve o complicata. Nei casi più gravi può portare ad ascessi e/o perforazione. La patologia cronica prende invece il nome di diverticolosi.
La diverticolite è un problema assai diffuso nei Paesi occidentali e tende ad insorgere nei soggetti d’età compresa tra i 60 e gli 80 anni. I principali sintomi sono bruciore, dolore, gonfiore addominale, stitichezza o diarrea. Un altro sintomo può essere anche il mal di schiena.
Verificare la presenza di diverticoli nel colon è fondamentale per prevenire l’insorgere di malattie più gravi come la peritonite o addirittura il tumore al retto o al colon. Quale trattamento scegliere, ovviamente spetta al medico e dipende dal livello di gravità del problema. In genere, l’intervento (eseguito nel 10-12% dei casi) viene consigliato in caso di infiammazione in fase avanzata, con ripetuti ascessi.
Un validissimo sistema per prevenire il problema è fare attenzione a quel che si mangia e rivedere il proprio stile di vita. In questo articolo andremo a vedere quali cibi preferire, quali assumere saltuariamente e quali abolire del tutto per risolvere e prevenire la situazione.
Le fibre rivestono un ruolo fondamentale nel regime alimentare di chi ha problemi di diverticoli. Sono importanti sia le fibre solubili (presenti soprattutto in frutta e verdura) che quelle insolubili (che si trovano principalmente nei cereali integrali) in quanto favoriscono lo svuotamento del colon ed aiutano a prevenire e contrastare l’accumulo di feci nelle “sacchette” dei diverticoli.
La quantità minima giornaliera consigliata è pari a 25 g di fibre. Per raggiungerla, è sufficiente consumare più cerali integrali (pane e pasta), così come frutta e verdura di stagione.
Tuttavia, durante gli stadi infiammatori più acuti, ovvero in caso di diverticolite, allora le fibre vanno ridotte al minimo. In tal caso, come meglio andremo a spiegare più avanti, va invece seguita una dieta liquida o semiliquida con pochi residui fissi.
Come accade per gran parte delle patologie, la prevenzione comincia a tavola. Per questo, anche chi soffre spesso di attacchi di diverticolite, può evitare l’insorgere del problema, prevenendolo, seguendo un adeguato regime alimentare.
Ecco quindi i cibi da consumare abitualmente.
Durante la fase acuta e sintomatica dell’infiammazione, occorre seguire un regime alimentare liquido o semiliquidi, limitando al massimo l’apporto di fibre. Esempi di cibi da poter mangiare:
Dopo i primi giorni di infiammazione acuta, cominciare ad aumentare la consistenza dei cibi in maniera graduale, inserendo nella dieta un po’ di pane bianco secco, qualche grissino o fetta biscottata, un po’ di prosciutto crudo e della bresaola.
Vediamo ora quali sono i cibi da assumere con moderazione durante il consueto regime alimentare.
Ecco la lista degli alimenti da evitare:
Dopo aver visto quali sono i cibi amici e quelli nemici di chi soffre di diverticoli, è bene sapere che ci sono anche degli atteggiamenti dello stile di vita che possono aiutare ad evitare l’insorgere del problema.
Durante la fase infiammatoria, ovvero in presenza di diverticolite, il consiglio è quello di preferire una dieta liquida o semiliquida e con pochissime quantità di fibre.
Inoltre, durante le settimane che seguono l’episodio infiammatorio, è possibile che si manifesti una intolleranza temporanea al lattosio. Pertanto, è opportuno evitare l’assunzione di latte e di tutti quegli alimenti contenenti lattosio.
Banditi quindi anche:
Il latte e i loro derivati, così come tutti i prodotti con lattosio, potranno venire introdotti in maniera graduale dopo qualche settimana dalla remissione dei sintomi dell’infiammazione acuta.
Inoltre, durante e subito dopo la fase acuta, è fortemente consigliato eliminare tutti quei cibi ricchi di fibre e quindi, i cereali integrali, la frutta e la verdura in cui è molto difficile, se non impossibile, eliminare i semini (tipo fichi, fragole, ribes, more, lamponi, kiwi, melograno, semi di girasole…) i legumi e le carni molto fibrose.
Attenzione. Quelle appena viste sono indicazioni di carattere generico. Nel pieno della fase sintomatica, con anche febbre, dolori addominali, brividi, diarrea, vomito etc… il predetto regime alimentare assai restrittivo va seguito per un tempo limitato e comunque sempre sotto la supervisione del medico.
Dopo aver visto l’elenco dei cibi da preferire e quelli invece da limitare se si è soggetti a soffrire di questo disturbo, passiamo a rispondere alle domande che più spesso ci rivolgete su questo tema.
Consigliato qualsiasi tipo di cereale integrale, tra cui appunto il riso, così come anche il grano, l’orzo, l’avena, il farro, la quinoa, il miglio e il grano saraceno.
Si consiglia di consumare due o tre porzioni di verdura al giorno e due porzioni di frutta. Per quanto riguarda la verdura cruda, sì a lattuga, radicchio, sedano e carote.
Durante la fase acuta del problema e anche dopo, per un breve periodo, tutti gli alimenti a contenuto elevato di lattosio andrebbero evitati. E quindi, latte, formaggi vari ed anche insaccati che contengono lattosio.
La pizza non è propriamente consigliata per via del lievito che può portare ad uno squilibrio della flora batterica intestinale.
Tutte quelle che contengono semi che possono fermarsi nei diverticoli favorendo l’infiammazione. Semaforo rosso quindi a pomodori, cetrioli, zucchine, melanzane, melone.
In caso di diverticolite, latte e derivati sono da evitare. Al contrario, in caso di diverticolosi, è concesso assumere latte e formaggi, purché si opti per latte parzialmente scremato e formaggi magri, come mozzarella e ricotta.
A scopo preventivo dell’infiammazione dei diverticoli, la carne rossa andrebbe limitata di molto.
Pur essendo un’ottima fonte di fibre, non sempre i legumi sono consigliati in caso di diverticolite perché non facili da digerire. L’ideale sarebbe consumare lenticchie, fagioli, ceci & C solo se decorticati. Sono da evitare in toto, invece, in fase di infiammazione acuta.
Una colazione può essere composta da una tazza di latte scremato e 2 o 3 fette biscottate integrali. In alternativa, è possibile optare per pane o biscotti, meglio se sempre realizzati con farine integrali. Possibile anche un aggiungere un frutto, da scegliere tra quelli non vietati.
Tutte le verdure e i frutti che contengono semini, come fragole, kiwi, anguria, melone, uva, melanzane, frutti di bosco, e per l’appunto i pomodori, sono sconsigliati in caso di diverticolosi.
In caso di diverticolite, ovvero di fase infiammatoria in atto, occorre eliminare le fibre per lasciare l’intestino a riposo. Bisogna invece seguire una dieta semiliquida. Via libera quindi alla camomilla.
È consigliata una dieta ricca di fibre: almeno 25 g al giorno. Per riuscire a raggiungere questo livello bisogna aumentare il consumo di frutta e verdura di stagione, così come quello di cerali integrali, come appunto la pasta ed anche il pane.
Il consumo del tonno in scatola porta un aumento di metalli pesanti come il mercurio e, quindi, va eliminato dal regime alimentare di chi soffre di diverticoli.
Eccovi altri approfondimenti utili sempre relativi ai diverticoli, ed anche altri riguardanti problemi intestinali e di stomaco per affrontarli in maniera naturale:
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