Erbe medicinali e aromatiche

Digitale: molto tossica è usata per il cuore, ma anche decorativa per via dei suoi fiori viola

Scopriamo questa pianta velenosa, dal fiore elegante, molto usata in fitoterapia

Il Digitale è una pianta dal nome curioso e bizzarro. La parola, infatti, deriva dal termine latino digitus, che significa dito, in riferimento alla caratteristica forma a ditale del suo scenografico fiore. Tanto bella quanto pericolosa, veniva utilizzata anche in omeopatia per le sue proprietà cardiotoniche, ma il suo impiego oggi è vietato perché altamente tossica. Conosciamola meglio e scopriamo come coltivarla.

Digitale: molto tossica è usata per il cuore, ma anche decorativa per via dei suoi fiori viola

La pianta del Digitale

Il genere Digitalis comprende una vasta varietà di piante erbacee biennali originarie del continente europeo ma diffuse ormai in tutto il mondo. Si tratta per lo più di pianta a fusto eretto con foglie basali ampie e picciolate.

Nel secondo anno di vita, produce fiori di grande impatto estetico molto simili alla Bocca di leone. In effetti la loro forma è a campanula e il colore va dal rosso porpora al rosa, giallo, bianco con screziature violacee all’interno.

Il fusto fiorito può raggiungere anche i 2 m di altezza, mentre il frutto che la pianta produce si apre, liberando i semi una volta raggiunta la piena maturità.

Cresce spontaneamente nelle zone boschive montane e sub-montane, ma la si trova anche nei campi più aridi dell’Europa centro-meridionale allo stato selvatico.

Tossicità del Digitale

In fitoterapia e omeopatia, la varietà più utilizzata per le sue proprietà medicamentose è quella purpurea. Vista la sua tossicità, questa pianta deve essere utilizzata solo come farmaco pronto all’uso, in genere sotto forma di compresse o tintura madre.

digitale

I glicosidi (digitossina e lanatoside C) contenuti nelle parti aeree della pianta sono in grado di aumentare il battito cardiaco, annullando i sintomi dell’insufficienza cardiaca. Essi, inoltre, ristabiliscono la diuresi e riassorbono gli edemi.

Tuttavia, l’utilizzo del suo fitocomplesso è molto pericoloso e in caso di sovradosaggio può essere mortale.

Come per altre piante velenose , ma dalle proprietà medicamentose se prese nelle giuste dosi, come la Genziana il Mughetto e la Dulcamara, è severamente vietato raccoglierle e consumarne le foglie per preparare tisane e infusi o assumere compresse senza il parere del medico di base o di un erborista.

Proprio a causa dell’elevato contenuto di glucosidi, concentrati principalmente nelle foglie, le piante del genere digitale sono considerate velenose.

Digitale purpurea

È la varietà di digitale più conosciuta ed utilizzata in omeopatia, erboristeria e fitoterapia è quella purpurea. Cresce nei boschi e nei prati dell’Europa centro-meridionale e produce i caratteristici fiori rossi o bianchi.

Oggi il suo utilizzo è ufficialmente vietato, ed ancora più sconsigliato il fai-da-te. Chi vuole assumere prodotti a base di questa pianta deve dietro consulto medico-allopatico oppure rivolgersi ad un professionista omeopatico.

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I principi attivi nelle foglie sono per lo più sostanze dall’effetto cardio-attivo detti cardenolidi (digitossina, gitossina, gitalossigenina e gitalossina). Sono perciò consentiti solo gli estratti vegetali e solo sotto forma di compresse e tintura madre, sempre solo su prescrizione medica. Il fitocomplesso della pianta contiene anche saponine, eterosidi e flavonoidi.

La coltivazione della Digitale

Si tratta di una pianta estremamente decorativa, perfetta, dunque, per abbellire terrazzi, balconi e giardini. È facile da coltivare e produce steli fioriti e coloratissimi.

Si adatta facilmente alle aiuole in giardino, a condizione che il terreno della messa a dimora non sia calcareo. Essendo una pianta biennale la semina deve avvenire da aprile a giugno.

Oltre alla più rinomata Digitalis purpurea, esistono altre varietà coltivabili anche da chi è poco esperto di giardinaggio:

  • D. ferruginea, o digitale bruna
  • D. grandiflora, o digitale gialla grande
  • D. lanata
  • D. lutea

Le annaffiature devono avvenire a giorni alterni. Raggiunti i 5-10 cm di altezza. la pianta deve essere trapiantata (magari in ottobre) in un contenitore più capiente o in piena terra.

Se volete coltivare più piante di digitale, assicuratevi di distanziarle di almeno mezzo metro l’una dall’altra.

Quando la pianta sarà sufficientemente sana, robusta e alta, inizierà a produrre i caratteristici fiori pendenti dai colori vivaci alternati alle belle foglie verde-grigio a forma di cuore. I rami fioriti possono essere utilizzati a scopo decorativo e sistemati in vasi o centrotavola anche per una settimana.

Proprietà del Digitale

I principi attivi contenuti nelle foglie di digitale sono ricchi di glicosidi. Queste sostanze hanno svolgono un’azione spiccatamente cardiocinetica, ovvero sono in grado di aumentare la forza di contrazione del cuore e di diminuire le contrazioni.

Un tempo tale proprietà era sfruttata per migliorare la funzionalità del muscolo cardiaco e del sistema circolatorio, attenuando i sintomi dell’insufficienza cardiaca e ristabilendo la diuresi. Vista l’utilità della digitale nel regolarizzare il polso, in passato era impiegata anche per curare l’epilessia e altri disturbi convulsivi.

Digitale

Tuttavia, la difficoltà di ottenere un giusto dosaggio e l’elevata tossicità dei glicosidi hanno scoraggiato sempre di più il suo utilizzo, tanto che il suo impiego è stato quasi del tutto abbandonato.

Digitale: controindicazioni

Come altre piante officinali, anche la digitale deve essere assunta con cautela e sotto stretta sorveglianza medica. I soggetti affetti da ipersensibilità verso il principio attivo non devono assumere prodotti a base di digitale. Il rischio è di incorrere in una pericolosa intossicazione (intossicazione digitalica).

Attualmente, l’uso erboristico della digitale purpurea è quasi completamente abbandonato per via della sua elevata tossicità. Il motivo è legato alla presenza di un’alta percentuale di glicosidi cardioattivi che possono indurre i seguenti effetti collaterali:

  • disturbi degli organi di senso
  • bradicardia
  • nausea
  • vomito
  • diarrea
  • tachicardia
  • fibrillazione

Da evitare anche in soggetti che soffrono di fibrillazione, malattie del miocardio, ipertrofie ostruttive e sindrome di Wolff-Parkinson-White.

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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