Categories: Notizie

Disastro ambientale in Brasile, la Samarco nega responsabilità

Gran parte dello stato brasiliano del Minas Gerais è oggi ricoperto da fanghi tossici a causa, lo ricordiamo, della rottura di due dighe collegate alle miniere di ferro di proprietà della Samarco il 5 novembre scorso. Mentre la comunità locale sta cercando di gestire la grave catastrofe ambientale e umanitaria, i due giganti minerari BHP Billiton e Vale, a cui appartiene la Samarco, non si sono assunti nessuna responsabilità, parlando solo di uno ‘sfortunato incidente’!

Questo disastro arriva in un brutto momento per il Paese, esacerbando una situazione di crisi sia politica che economica, con l’economia non solo brasiliana, ma di tutta l’America Latina, che sta subendo un notevole rallentamento ed il Governo sospettato di corruzione.

Le due dighe hanno riversato milioni di tonnellate di materiale tossico misto ad acqua, che arrivava dalle operazioni di pulizia delle miniere, e che era contenuto all’interno di questi bacini artificiali come materiale di scarto fin dall’apertura delle miniere, nel lontano 1977. Migliaia di metri cubi di fango tossico hanno investito un territorio di almeno 850 kmq, allagando montagne e valli, inquinando fiumi e falde, coprendo villaggi e strade, mettendo in una situazione di grande pericolo sanitario uomini e animali. Migliaia di persone sono state evacuate ma le risorse scarseggiano e non ci sono più fonti d’acqua potabile. Mezzo milione di persone sono a rischio di contaminazione.

Foto aerea del disastro presa il giorno dopo

Leggi la storia: Il disastro ambientale più grande del Brasile e nessuno ne parla

Minas Gerais è il cuore dell’industria mineraria brasiliana e la Samarco è il secondo operatore nell’ambito dell’estrazione di minerali ferrosi. Tutto in questo stato gira attorno all’attività mineraria: fino all’85% dell’economia locale si basa sulle miniere gestite dalla Samarco.

Un tetto coperto di fango nel villaggio di Bento Rodrigues vicino alla diga oggetto dell’incidente

L’azienda aveva recentemente aumentato la produzione a causa della caduta di prezzi dei minerali ferrosi, fino al 40% nell’ultimo anno. E per questo si stavano eseguendo dei lavori per aumentare la portata di uno dei due bacini. I sospetti sull’azienda sono forti, sebbene la linea intrapresa sia quella del negare ogni addebito e anzi, la Samarco continua a dire che il cantiere era stato ispezionato a luglio e che tutto era in regola.

Si puliscono le case dall’ondata di fango tossico

Eppure nel 2013, durante un controllo per il rinnovo della licenza, si era reso evidente che il bacino era instabile per l’erosione di alcune strutture di supporto.Eppure la licenza fu rinnovata. Siamo di fronte alla solita situazione di scaricabarile e al rimpallo delle colpe, e pur di non pagare miliardi di euro per il disastro e per i danni causati dall’incidente, Vale e BHP insistono che la responsibilità sia della sola Samarco, la quale, dal canto suo, nega ogni coinvolgimento.

La zona invasa dal fango

Intanto l’Avvocatura federale del Brasile e lo stato del Minas Gerais  stanno pensando di denunciare la Samarc, la BHP Billiton e la Vale, per 4,9 miliardi di euro per disastro ambientale.

Intanto l’ondata di fango contenente sostanze pericolose come l’arsenico e il mercurio, ha raggiunto l’Oceano Atlantico, situato a 500 km di distanza dall’incidente, ed il livello di tossicità delle acque del fiume Doce è 10 volte superiore al limite legale per questi metalli tossici. Invece la BHP ripete che: “il fango fuoriuscito dalle dighe ed entrato anche nel fiume Rio Doce è costituito soprattutto da argilla e materiali di scarto risultanti dalle operazioni di lavaggio dei minerali di ferro dai residui di terra e non costituisco pericolo per uomini né animali.

Sempre la solita triste storia che si ripete…

Outbrain
Published by
Rossella

Utilizziamo i cookie insieme ai nostri partner per personalizzare i contenuti e gli annunci pubblicitari, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico.