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E’ la carne la maggior responsabile dell’inquinamento del nostro pianeta

In occasione del Vertice ONU ‘Rio +20’ in tema di cambiamenti climatici e green economy, la Lega Anti Vivisezione ha presentato il Dossier ‘I costi reali del ciclo di produzione della carne’ al Ministro dell’Ambiente.

E’ la carne la maggior responsabile dell’inquinamento del nostro pianeta

Il ciclo della produzione di carne, infatti, sarebbe secondo la LAV responsabile dello sfruttamento del 30% delle terre emerse del pianeta e del 70 % delle terre disponibili, diventando una significativa parte in causa rispetto ai cambiamenti climatici e all’impatto negativo sugli equilibri ambientali.

Ponendo all’attenzione dei ministro Clini questo dossier, quindi, l’associazione ha chiesto ai Paesi riuniti al summit mondiale Rio +20 di adottare politiche di sostituzione delle proteine animali a favore di quelle vegetali e di eliminare i sussidi lungo tutta la filiera zootecnica.

Da tempo in effetti diversi studi internazionali (di cui ci eravamo già occupati in un precedente articolo evidenziano le conseguenze negative del ciclo di produzione di carne in termini di acidificazione delle terre, inquinamento ed eutrofizzazione delle acque, cambiamento climatico, cancerogenicità, sfruttamento delle risorse naturali, utilizzo di energie non rinnovabili, inquinamento atmosferico.

Per fare un esempio concreto ed immediato in relazione allo sfruttamento delle risorse naturali e all’inquinamento, basti considerare che per la produzione di un chilo di carne di manzo occorrono 10 chili di mangimi e 15.500 litri di acqua comportando l’emissione di una quota di anidride carbonica paragonabile a quella prodotta da un automobile che percorra 250 km.

Insomma, si tratta di un sistema che, tenuto anche conto del crescente fabbisogno di carne proveniente da Paesi emergenti, non può più soddisfare tutti senza drammatiche ripercussione sul pianeta.

La controproposta fornita dalla LAV è pertanto quella di andare nella direzione di un ciclo alimentare sostenibile sotto il profilo ambientale oltre che su quello etico e della salute.

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Alessia

Nata in Abruzzo nel 1982, si trasferisce a Roma per conseguire una laurea e un master in psicologia, ma dopo una decina d'anni rientra nel suo piccolo paese ai piedi della Majella, fuggendo dalla vita metropolitana. Attualmente coniuga l'attività di psicologa libero professionista con la passione per la scrittura, un hobby coltivato sin dalle scuole superiori. Collabora con la redazione di Tuttogreen dal 2011, cura un blog personale di taglio psicologico e scrive articoli per un mensile locale. Nel tempo libero ama passeggiare nei boschi e visitare i piccoli borghi, riscoprendo le antiche tradizioni d'un tempo.

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4 Commenti

  1. Più fame nei paesi poveri?! Ma qui siamo alla farsa! Il consumo di carne è una delle principali cause della fame nel mondo!Il problema di fondo è lo squilibrio nella distribuzione delle risorse. L’attuale disponibilità di derrate alimentari potrebbe consentire a tutti gli abitanti del pianeta di assumere un numero sufficiente di calorie, proteine, e altri nutrienti necessari.
    Le produzioni attuali di cereali e legumi sarebbero sufficienti a sfamare tutti, occorrerebbe solo consumare direttamente i vegetali, anziché usarli per nutrire gli animali, con un grave spreco, e ridistribuire le risorse in modo equo.
    Il problema della ridistribuzione delle risorse non è causato soltanto dallo spreco dovuto allo smodato consumo di carne da parte dei paesi ricchi, è sicuramente più ampio, ma questi specifici sprechi vi contribuiscono in maniera significativa.
    Nei paesi poveri sono state incentivate le produzioni di cereali destinate ad essere esportate e successivamente utilizzate come mangime per l’allevamento intensivo del bestiame, bestiame che si trasforma in tonnellate di carne e va a costituire la dieta squilibrata del Nord del mondo, dove l’emergenza sanitaria è ormai costituita dall’obesità e da tutte le malattie connesse alla sovralimentazione e all’eccessivo consumo di prodotti animali, mentre il Sud del mondo si vede sottrarre le proteine vegetali con cui potrebbe garantire la sopravvivenza ai suoi figli. Vogliamo parlare poi della deforestazione e della desertificazione dovuta all’allevamento intensivo?

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