Energia da biomasse per imbottigliare acqua minerale… ma che senso ha?
In Italia sono più di 7.000 i comuni che utilizzano l’energia naturale derivante dalle biomasse per alimentare centrali, caldaie, impianti di teleriscaldamento e cogenerazione. Eppure non mancano i paradossi.

Nella valle trentina di Pejo, per alimentare il proprio stabilimento dedito all’imbottigliamento dell’acqua, la S.Pellegrino ha installato una centrale termica interamente alimentata a biomasse, che utilizza in maniera prevalente i residui delle coltivazioni delle mele.
Come funziona questa centrale a biomasse? I residui derivanti dalle mele vengono polverizzati, insieme agli scarti di segheria e ai residui boschivi del Parco dello Stelvio, in appositi macchinari – chiamati scippatrici – che trasformano il legname in bio-combustibile.
In più, dato che l’impianto ha una potenza termica di circa 5 megawatt, si sta mettendo a punto un sistema per sfruttare questa energia attraverso una rete di teleriscaldamento. Ad oggi solo alcuni edifici pubblici della zona sono collegati ma si vuole raggiungere anche le case.
E qui risiede anche il paradosso. Ricorrere ad una fonte rinnovabile come le centrali a biomasse per produrre energia, ad esempio, per riscaldare edifici sia residenziali che pubblici, ha un senso. Ma produrre energia da finti rinnovabili per far funzionare una fabbrica che imbottiglia l’acqua, magari lontano dalla fonte, per poi spedirla a migliaia di chilometri di distanza per essere poi acquistata e consumata altrove (e il cui trasporto emette una gran quantità di Co2), che senso ha?
Voi che ne pensate?
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Chi scrive articole e sputa sentenze dovrebbe conoscere le cose di cui parla. A Peio, lo stabilimento sanpellegrino esiste da 40 anni e da allora ogni anno venivano utilizzati 400 tonnella te di olio combustibile con emissioni di circa 4000 tonnellate di co2 oltre ad ossidi di azoto, polveri ecc. Con il nuovo impianto tale emissione è azzerata grazie all’utilizzo di biomasse locali a Km 0. L’impianto ha dato lavoro ad una famiglia di boscaioli locali ed evita la presenza di innumerevoli tir dalle raffinerie fino a Peio. Se tutto questo non è positivo significa che chi a scritto l’articolo è disinformato o magari in malafede.
Luca Franch
il senso è che risparmiano energia elettrica al pgn, se la autoproducono in loco e la autoconsumano in loco. In più è energia rinnovabile.
Che poi la fabbrica produca cioccolatini o cacciabombardieri o acqua in bottiglia è un altro discorso.