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Energia dall’acqua: MIT e Tata ci provano

Energia dall’acqua, imitando il processo di fotosintesi della natura, con un alto grado di efficienza: una soluzione che – se dovesse essere realizzata a livello industriale – costituirebbe una fonte quasi infinita di energia per l’umanità.

Energia dall’acqua: MIT e Tata ci provano

E’ questa l’enorme scommessa che il guru dell’energia, lo scienziato del prestigioso MIT (Massachusetts Institute of Technology) e fondatore di SunCatalytix, Daniel Nocera sta giocando insieme al gruppo indiano Tata: un enorme conglomerato industriale, quest’ultimo, conosciuto in Italia per le automobili a basso costo, ma in realtà con una attivissima divisione energy che sta facendo investimenti in giro per il mondo alla ricerca di tecnologie innovative che permettano di portare elettricità alle masse a basso reddito ed a quei tre miliardi di persone sulla terra che vivono tuttora senza elettricità.

Ma dove sta il contenuto innovativo delle ricerche del team di Nocera?
Scindere idrogeno ed ossigeno per generare energia è un processo noto da tempo, peccato che richieda altrettanta energia rispetto a quella che riesca a generare.
Il team di Nocera, invece, tramite dei piccoli wafer di silicio ricoperti di cobalto e fosfati immersi in un bicchier d’acqua ed esposti al sole, è stato in grado di produrre sperimentalmente energia con un efficienza superiore a quella dei pannelli fotovoltaici in commercio attualmente.
Un processo a costo quasi zero, che funziona anche su acqua non pura, di scarto.

La ricerca è ancora ai livelli preliminari, ma entro l’anno prossimo il team del MIT spera di rilasciare un prototipo che generi abbastanza energia per il fabbisogno di una casa a partire da una bottiglia e mezza di acqua.

Che la soluzione ai problemi energetici dell’umanità risieda in un bicchier d’acqua? Sarebbe proprio una bellissima ironia.

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