Rinnovabili

Energia dalle onde per illuminare Venezia

Trasformare il moto ondoso del mare in una fonte rinnovabile.

Non si tratta di un’utopia, ma di un piano che potrebbe rivoluzionare la gestione dell’illuminazione di porticcioli, moli e briccole nel centro di Venezia. Alla recente fiera Ecomondo di Rimini, Agire (Agenzia veneziana energia), ha presentato un progetto da attuare nella laguna più celebre del mondo.

Energia dalle onde per illuminare Venezia

Il punto di partenza è semplice: il movimento dell’acqua in superficie è in grado di produrre energia elettrica, idrogeno a basso costo o acqua desalinizzata senza emissioni di anidride carbonica. Partendo da questo assunto, i tecnici di Agire hanno individuato i brevetti più adatti per la situazione, rigorosamente italiani: un generatore Giant che sfrutta il principio di Archimede, e un sistema modulare Wem che nasconde un altro generatore in una struttura in acciaio, cui sono collegati dei galleggianti. Secondo le previsioni i macchinari dovrebbero produrre in un anno circa 50 mila kWh.

La fase di test inizierà nelle prossime settimane, con due prototipi installati in mare aperto e uno in laguna.

Gli apparecchi non creano alcun problema all’ecosistema e non originano campi magnetici, assicurano i progettisti. Unica traccia visibile risulterà un cavo per portare l’energia a terra, ma questo non dovrebbe creare problemi funzionali o estetici.

Pieno sostegno all’iniziativa arriva anche dal Comune di Venezia, ben lieto di vedere attivate sul proprio territorio soluzioni di risparmio energetico e sostenibilità ambientale.

Uno degli apparecchi che verrà testato a Venezia

Delle potenzialità del mare si sono resi conto anche all’estero: al largo di Scozia e Galles, per esempio, sono prossime alla commercializzazione delle turbine marine azionate dal flusso delle maree, con una tecnologia che potrebbe essere paragonata a quella di una turbina eolica sottomarina.

Il brevetto, firmato dalla società Marine Current Turbines, ha già attirato le mire di un colosso come Siemens, che ora detiene il 45% dell’impresa britannica. Un ottimo affare, se si considera che gli analisti prevedono per questo mercato un potenziale di produzione energetica equivalente a circa 800 terawatt-ora (TWh) annui.

Tanto per capirci, un dato equivalente al 25 per cento della domanda di energia complessiva della Germania e al 3% del consumo energetico mondiale. Niente male.

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