L’energia osmotica, detta anche a gradiente salino, è un energia rinnovabile ricavata dalla differenza nella concentrazione del sale fra l’acqua di mare e l’acqua dolce (esempio un fiume). La produzione dell’energia osmotica è quindi localizzata alla foce dei fiumi.
Questo processo, che avviene in natura presso le foci dei fiumi, se adeguatamente gestito può generare quantità molto significative di energia, pari a un MW per ogni metro cubo di acqua dolce. Potenzialmente questa fonte di energia potrebbe quindi arrivare a soddisfare fino al 7% del fabbisogno mondiale: il processo produttivo, basato sul fenomeno dell’osmosi, presenta però numerose difficoltà, legate soprattutto alla membrana attraversata dal flusso dell’acqua, che lo rendono decisamente meno efficiente.
Iniziati negli anni Novanta, gli studi per la realizzazione di queste membrane sono diventati operativi soltanto negli ultimi anni, quando nei Paesi Bassi è stato attivato un impianto sperimentale in grado di generare circa 50 kW di energia. Nel novembre 2009 in Norvegia è stata poi aperta la prima centrale osmotica del mondo, ma anche questa struttura genera per ora una quantità insignificante di energia: perché questa fonte risulti conveniente dal punto di vista commerciale, l’efficienza delle strutture produttive dovrebbe aumentare almeno di 5 volte.
Attualmente, infatti, la produzione su larga scala di energia osmotica sarebbe del tutto impraticabile: per generare 25 MW di elettricità (in grado di alimentare circa 30.000 famiglie) sarebbero necessari addirittura 5 milioni di metri quadrati di membrana. Diversi paesi stanno tuttavia concentrando le proprie ricerche su questo tema, dal momento che l’energia osmotica, oltre ad essere totalmente sostenibile dal punto di vista ecologico (l’unico prodotto di scarto della sua produzione è l’acqua salmastra), risulta molto più affidabile delle altre fonti rinnovabili, essendo costantemente disponibile in tutte le stagioni e in qualsiasi condizione climatica.
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