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Esplosione all’impianto nucleare in Giappone: ore decisive

Ore decisive per la centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, che oggi è stata teatro di una clamorosa esplosione, causando una fuga radioattiva nel territorio circostante.

Esplosione all’impianto nucleare in Giappone: ore decisive

L’incidente nucleare a Fukushima causato dallo tsunami, il cui livello di gravità è stato classificato dall’Agenzia nucleare giapponese come pari a livello 4 (su 7) della scala internazionale degli eventi nucleari e radiologici (INES) creata dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica AIEA, ha per ora comportato l’evacuazione di circa 200mila persone, tutte quelle che vivevano nel raggio di 20 km dalla centrale atomica.

Se da un lato va ricordato che Three Mile Island nel 1979 venne classificata come livello 5 e senza causare significativi danni all’ambiente, mentre Chernobyl venne classificata col livello massimo, 7, dall’altro non possiamo dare per scontata la trasparenza del Governo giapponese: non solo per motivi di ordine pubblico ma anche per dei precedenti piuttosto opachi nella gestione di crisi minori, quali quelle del 2007, quando a Nigata un terremoto causò la chiusura di un’altra centrale nucleare e venne trovata dell’acqua contaminata a dispetto delle rassicurazioni governative.

Va detto che i livelli di radioattività nei paraggi del reattore sono 70 volte superiori alla norma e 1.000 volte all’interno della centrale.

Ora gli scenari sono due: o i tentativi di raffreddare il reattore con acqua di mare e altre sostanze raffreddanti ottiene successo, limitando le perdite di radioattività, oppure una nulla potrà scongiurare una nuova esplosione con ingenti fuoriuscite di materiale reattivo nell’aria e nell’acqua, dal momento che il nucleo del reattore è sempre attivo.
Uno scenario, quest’ultimo, che gli esperti ritengono assai improbabile, ma che sulla base dei precedenti non può essere escluso.
Ci raccontano che l’involucro del reattore a Fukushima è intatto, ma se così fosse non si troverebbe cesio nei paraggi, come invece già rilevato da ore.

Ce lo spiega bene anche il blogger Pietro Cambi in un suo articolo, dove ipotizza addirittura che il meltdown sia già incominciato.

Sperando di non sveglierci domani con le peggiori notizie, rimane solo una certezza.
Che il nucleare è incommensurabilmente e demenzialmente pericoloso.
Specie in un paese sismico e con un record di cattiva gestione ambientale e civile come il nostro.

Ricordiamocelo tutti al prossimo referendum regionale.

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Tennyson