Etanolo è un termine piuttosto generico. Denaturato, e con l’aggiunta di altre sostanze, è un prodotto adatto per impieghi industriali e di laboratorio. Quello invece non denaturato, è destinato al consumo.
In entrambi i casi, si tratta comunque di una sostanza che può avere conseguenze anche molto gravi.
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L’etanolo, noto anche come alcol etilico o più comunemente come alcol, è un alcol a catena alchilica lineare.
A temperatura ambiente, è un liquido privo di colore, dal caratteristico odore pungente e il gusto dolciastro che crea una sensazione di calore. È volatile ed estremamente infiammabile.
L’etanolo si suddivide in:
Limpido e incolore, ha un odore etereo e quel tipico sapore pungente, tendente al dolciastro.
La formula di struttura condensata è CH3CH2OH. In chimica, si trova anche abbreviato con la sigla EtOH.
In concentrazioni diverse, è presente in qualsiasi tipo di bevanda alcolica.
Ricavato dalla fermentazione degli zuccheri, è la tipologia di alcol più diffusa, oltre che l’unica adatta al consumo alimentare. Come appena visto, è infatti presente in concentrazioni variabili in tutte le bevande alcoliche: vini, birre, amari, liquori, aperitivi e distillati.
L’etanolo ha il potere di uccidere i microorganismi. Per questo motivo viene utilizzato come disinfettante in ambito casalingo per combattere virus, funghi e vari tipi di batteri.
Viene inoltre usato come solvente di resine naturali e per la lucidatura dei mobili.
In ambito cosmetico viene usato per la produzione di profumi.
Infine, in alcuni Paesi del Mondo (es. il Brasile), per via del suo costo irrisorio, è usato come combustibile al posto della benzina.
Il cosiddetto etanolo E85 è un carburante per auto a benzina costituito per l’85% da bioetanolo e dal restante 15% da benzina.
Miscelato con la benzina, l´etanolo aumenta il numero di ottani, apportando così benefici alle prestazioni del motore.
Una volta ingerito, l’etanolo viene subito assorbito dallo stomaco e dall’intestino tenue. Dopodiché si distribuisce in tutta l’acqua presente nell’organismo umano.
Gran parte dell’etanolo (il 90% circa) viene metabolizzata nell’organismo; una piccola parte, invece, viene eliminata attraverso le urine e il sudore.
Nel fegato, l’etanolo viene ossidato ad acetaldeide, che poi a sua volta viene ossidata ad acetato. A questo punto, l’acetato esce dal fegato e viene veicolato negli altri tessuti del corpo attraverso il sangue.
Nella sua quasi totalità (95% circa), l’alcol viene metabolizzato dal fegato. L’altra minima parte restante viene espulsa dal corpo attraverso l’urina, la saliva e il sudore.
Per questo motivo, l’abuso cronico può causare danni gravi a livello epatico, con lo sviluppo di patologie, quali l’epatite e la cirrosi.
Per accelerare lo smaltimento dell’alcol occorre bere molta acqua. Anche se si deve tener conto che solo il 5% della quantità complessiva viene espulsa dl corpo.
L’ingestione di etanolo può provocare vari disturbi, quali
L’assunzione cronica provoca problemi più seri:
Nelle donne con una elevata concentrazione di etanolo nel sangue sono stati riscontrati i seguenti disturbi:
L’etanolo con percentuale ≥96% è considerato una sostanza chimica da laboratorio. Per questo, c’è una Scheda di Sicurezza apposita in cui vengono riportate raccomandazioni generiche:
Nella relativa SDS, l’etanolo rientra nella categoria di pericolo H225: “Liquido e vapori facilmente infiammabili”.
In caso di contatto cutanea, sciacquare subito con acqua. Per il contatto con gli occhi, sciacquare con abbondante acqua per una decina di minuti tenendo gli occhi ben aperti.
In caso invece di inalazione, si possono manifestare sintomi come nausea, vomito, irritazione, dolori addominali, vertigini, difficoltà respiratorie, narcosi, sonnolenza, atassia.
Quando si parla di alcol in ambito alimentare, ci si riferisce a quello etilico (o etanolo), presente nelle bevande alcoliche in percentuali variabili.
A livello chimico, la differenza tra queste due sostanze è minima. A differenza del metanolo, l’etanolo presenta una catena di carbonio più lunga costituita da un atomo soltanto.
In piccole quantità, entrambi non sono tossici, ma possiedono tassi di degradazione molto diversi dopo il consumo.
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