Etiopia messa in ginocchio da El Niño: oltre 10 milioni a rischio
La siccità sta mettendo in ginocchio l’Etiopia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato di aver schierato una squadra di emergenza per aiutare il paese colpito da El Niño. L’Oms sta mobilitando farmaci, attrezzature sanitarie e risorse umane per supportare il Ministero della Salute etiope e i suoi partner.

Il paese africano è già di per sé flagellato da molteplici epidemie e la malnutrizione in corso nel paese espone le persone, soprattutto i bambini, a malattie infettive più gravi, in grado di ucciderle rapidamente. I numeri sono inquietanti: 10,1 milioni di persone, di cui 5,75 milioni di bambini, si troveranno ad affrontare carenze di cibo critiche entro quest’anno. Inoltre, secondo Save the Children, 400mila bambini sono a rischio di incorrere in una malnutrizione acuta nel 2016, che può portare ad un arresto della crescita, così come ritardi fisici e mentali in fase di sviluppo.
Ma cos’è El Niño? Trattasi di un riscaldamento equatoriale dell’Oceano Pacifico, che rischia di diventare il più forte mai registrato. A pagarne le maggiori conseguenze i paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. L’Etiopia sta affrontando la peggiore siccità degli ultimi 50 anni e interventi di emergenza costeranno circa 1,4 miliardi di dollari.
A El Niño bisogna poi aggiungere La Niña, la controparte più fresca di El Niño che produce variazioni climatiche opposte. Ciò significa che mentre alcune aree ricevono piogge in eccesso per effetto della prima, con conseguenti inondazioni, altre non ne ricevono affatto per effetto del secondo, con conseguenti siccità, carestia e malattie.

Per altro, non è la prima volta che El Niño fa la sua comparsa. Il biennio 1997-1998 è stato il peggiore registrato negli ultimi decenni. I suoi effetti hanno ucciso 2.000 persone per la carestia che ha colpito l’Etiopia. Alcune comunità rurali in Etiopia si stanno ancora riprendendo. La Niña ha invece afflitto tutta la regione dell’Africa orientale dal 2011 a metà 2012, e ha portato alla terribile carestia alimentare che ha minacciato la sopravvivenza di 9,5 milioni di persone. Ora però la popolazione a rischio è pure maggiore.
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