Apa Sherpa, al secolo Lhakpa Tenzing Sherpa, è l’alpinista nepalese che detiene il primato mondiale di ventuno ascensioni sulla vetta dell’Everest. La passione per la montagna nacque quando fu costretto a lasciare i suoi campi distrutti dall’esondazione di un lago e decise di reinventarsi nel settore del turismo alpinistico e da allora non l’ha più abbandonato.
Da anni è attivamente impegnato nella lotta contro i cambiamenti climatici e si è strenuamente impegnato a portare il resto del mondo a conoscenza di quanto sta accadendo sulle cime della montagna più alta del mondo.
Nel corso delle sue spedizioni Sherpa ha notato una drastica diminuzione di neve e ghiaccio che rende problematica non solo la salita, ma aumenta anche il rischio di frane. Le temperature sono aumentate in estate e diminuite in inverno rispetto alla media e i piccoli contadini che sopravvivono nelle aree circostanti devono fare i conti con l’impoverimento dei raccolti. Apa Sherpa è impegnato in una maratona di 120 giorni in cui verranno percorsi 1.700 km attraversando il Nepal da est verso ovest. Alla spedizione parteciperanno alpinisti e ricercatori con lo scopo di raccogliere materiali e campioni necessari a studiare l’andamento dei cambiamenti climatici.
Dati allarmanti provengono anche da fonti scientifiche: una ricerca condotta dal Centre for integrated mountain development (Icimod) di Kathmandu riporta di una riduzione del 21% dei ghiacciai presenti in Nepal. Questo fenomeno, unito alla riduzione delle precipitazioni nevose, comporterebbe il rischio di siccità per una fetta di popolazione pari a 1,2 miliardi di persone.
L’alpinista nepalese non nasconde il timore che da qui a qualche anno l’Everest risulti impraticabile, visto che già ora la presenza in alcuni tratti della roccia nuda rende difficoltosa la salita con i ramponi, gli attrezzi tipici per camminare sul ghiaccio.
Non bastava quindi tutta la problematica relativa ai rifiuti che anno dopo anno vanno ad accumularsi nei vari campi base, adesso un nuovo allarme richiede l’attenzione e l’impegno di tutti, dal semplice cittadino al governo locale. La nostra Terra sta mutando a ritmi incalzanti e forse siamo ancora in tempo per arrestare un disastro.
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