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Facebook lascia impronte di… carbonio

Anche i social network si mostrano sensibili verso il consumo di energie da fonti non rinnovabili. L’esempio viene dal competitor di riferimento per il settore, Facebook, che nelle scorse settimane ha reso pubbliche le statistiche relative al proprio carbon footprint, l’impronta di carbonio connessa alle sue attività. Effettivamente in pochi forse ci pensano, ma chattare con gli amici e condividere immagini o pensieri ha un suo prezzo, che si fa sentire sull’ambiente.

Facebook lascia impronte di… carbonio

In riferimento all’anno 2011, l’azienda di Mark Zuckerberg  ha dichiarato una produzione di carbonio per utente pari a 269 grammi. Un dato confortante, che tuttavia passa in secondo piano quando si passa alle 285mila tonnellate di CO2e (biossido di carbonio, che comprende gas serra CO2 , CH4, N2O e HFC) rilasciate dai data center dell’azienda, dai trasferimenti dei dipendenti e del server.

Numeri di impronta colossale, che si legano a doppio filo con i 532 milioni di kWh consumati da Facebook per garantire i propri fabbisogni energetici.

Le sorgenti sono multiple, il 23% dell’energia proviene da fonti rinnovabili, il 27% da carbone (fonte assai inquinante, come noto, e che comunque Facebook ha recentemente affermato di volere abbandonare), 17% da gas naturale, il 13% da nucleare e il 20% da varie fonti. Per il futuro, si vuole però cambiare strategia, privilegiando fonti energetiche pulite e rinnovabili, con il coinvolgimento di operatori del settore green e associazioni ambientaliste.

Le attenzioni sono focalizzate in particolare sui data center del domani, che per il raffreddamento dovranno sfruttare maggiormente le risorse presenti in natura. L’ era di Eco-Facebook è ufficialmente iniziata!

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