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Fare il pieno a base di Carbone Liquido? ipotesi negativa che tenta gli Stati Uniti

Preoccupazione e incredulità interessano, ultimamente, gli ambientalisti americani. Alcuni giorni fa, il Comitato per le risorse naturali ed energetiche del Senato USA ha discusso circa la possibilità di adottare il carbone liquido per il settore nazionale dei trasporti.

Fare il pieno a base di Carbone Liquido? ipotesi negativa che tenta gli Stati Uniti

Uno dei senatori favorevoli all’introduzione del carbone liquido, tale John Barrasso, ha dichiarato quanto segue: “Credo che il carbone sia la più conveniente, disponibile e affidabile risorsa di energia per gli Stati Uniti. Usare le risorse di carbone americano come carburante per i mezzi di trasporto significa diminuire la nostra dipendenza dal petrolio straniero, consolidando ulteriormente la sicurezza nazionale.”

L’industria americana del carbone sta spingendo per l’approvazione di una serie di progetti di legge che dovrebbero favorire la liquefazione dei carburanti di carbone, utilizzabili come sostituti del petrolio. In particolare, si pensa che il carburante liquido derivato dal carbone dovrà essere fuso per alimentare i serbatoi di aerei, auto, camion, le cucine e gli scaldabagni degli americani per i prossimi decenni.

Alcuni analisti economici affermano che se ciò venisse fatto in modo corretto, con leggi create ad hoc anche per la protezione dell’ambiente, i carburanti derivati dal carbone potrebbero giocare un importante ruolo nella diversificazione dell’energia domestica.

I critici, invece, affermano che non esistono certezze in merito alla sicurezza ambientale e che tornare al carbone piuttosto che lavorare a soluzioni ecologicamente sostenibili non ha senso. La campagna attuata dall’industria di carbone a favore dei carburanti liquidi da esso derivati, sostengono i comitati ambientali, non è altro che un cinico tentativo di un morente e disperato settore dell’industria energetica, la quale si basa su tecnologie obsolete (sviluppate e usate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale) che non possiedono caratteristiche ambientali meritevoli di nuovi pubblici investimenti.

Il parere degli ambientalisti è condiviso da Brian Siu, analista politico presso il Consiglio della Difesa per le Risorse naturali, il quale – in un’intervista all’Huffington Post – ha espresso le sue perplessità in merito a questa marcia indietro del governo USA in campo energetico: “Abbiamo bisogno di nuovi carburanti che non creino ulteriori problemi all’ambiente. Perché dovremmo puntare a una tecnologia che, invece, è altamente dannosa per l’ambiente?”

Il più comune processo chimico per creare carburanti sintetici, conosciuto come Fischer-Tropsch Process, fu sviluppato in Germania nella prima parte del XX secolo. I nazisti lo usavano per convertire gas naturale e carbone in diesel liquido per alimentare i mezzi di trasporto. La tecnologia fu poi adottata dal Sud Africa, durante l’embargo che interessò il paese a causa delle politiche di apartheid in vigore, per lo stesso fine.

Questo tipo di conversioni, comunque, non sono nè economiche nè sostenibili, poiché necessitano di quantitativi non indifferenti di acqua ed energia. Proprio per questo motivo, i gruppi ambientalisti negli USA stanno invitando l’industria del carbone a orientarsi su un nuovo mercato poiché non credono che il carbone liquido possa essere considerato una valida alternativa alla benzina.

Secondo uno studio effettuato dall’Alberta Department of Energy nel 2009, con l’estrazione di carbone le emissioni aumentano del 4% rispetto ai carburanti derivati dal petrolio.

Attendiamo fiduciosi l’esito del dibattito iniziato negli Stati Uniti, anche perché le alternative al carbone esistono e sono molto meno costose e inquinanti.

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