Adatta ai celiaci, la farina di canapa è un ingrediente con notevoli proprietà nutrizionali e da usare in modo versatile in cucina.
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Ottenuta dai semi della Canapa sativa rappresenta un ottimo integratore alimentare. Può essere sia sotto forma di farina, che di olio di canapa. Possiede, infatti, numerose proprietà nutrizionali e benefici per la salute.
L’utilizzo della canapa risale a più di 10.000 anni fa. Un pezzo di tessuto con questa fibra risalente a circa 8.000 a.C. è stato rinvenuto durante degli scavi archeologici.
Negli Stati Uniti la coltura è stata così importante che una parte del suo nome (canapa in inglese si dice hemp) è entrato nei nomi delle città che l’hanno coltivata di più: New Hampshire, Hampstead, Hampton. Perfino i due presidenti americani George Washington e Thomas Jefferson coltivavano la canapa nelle loro proprietà.
Poi, nel 1930, tutto è cambiato per una serie di eventi.
In quell’anno William R. Hearst, proprietario di diversi giornali e riviste, aiutato dalla DuPont Corporation, un gruppo con interessi nell’industria petrolifera, del cotone e delle banche, distrusse la canapa, la sua coltivazione, il suo uso ed il suo sfruttamento.
La famiglia Hearst acquisì diversi milioni di ettari di foresta per produrre in proprio la cellulosa destinata alla carta dei suoi quotidiani e giornali.
Allo stesso tempo, il gruppo Dupont brevettò un processo per produrre dei fili in nylon (un derivato del petrolio). Hearst usò il suo potere mediatico per influenzare l’opinione pubblica su canapa e cannabis.
Nel 1937, con il sostegno di Andrew Mellon (allora ministro delle finanze), il Congresso americano approvò una legge con delle misure che limitavano la coltivazione e la distribuzione della canapa, che smise di essere coltivata per far posto ad altre fibre e cereali.
Solo di recente questa fibra ha conosciuto un nuovo sviluppo nella coltivazione e l’utilizzo delle sue fibre in campo tessile e alimentare, a poco a poco, sta riguadagnando terreno.
Canapa indiana e cannabis (detta anche hashish o marijuana) provengono entrambe dalla stessa specie (Cannabis), ma sono due varietà distinte, una è la cannabis indica, l’altra la cannabis sativa.
Bisogna sottolineare che non c’è alcun rischio che, consumando degli alimenti che contengono canapa, si possa assumere il suo principio attivo e finire ‘drogati’. Per ottenere un effetto psicotropo dalla canapa coltivata ad uso alimentare, un ibrido che ha il principio attivo THC molto ma molto basso, si dovrebbe fumare un minimo di 12 kg di fiori o mangiare 2,3 kg di semi.
Il fatto che la canapa possa essere usata come alimento per taluni è sorprendente. Infatti, l’atteggiamento e le informazioni portate da Governo e dai media sulla cannabis è così fortemente orientato ad evidenziare la sua pericolosità come droga, che questa pianta è percepita come una droga essa stessa, e quindi risulta inadatta al consumo alimentare e alla salute. La realtà è ben diversa.
I punti che differenziano le due varietà sono numerosi:
Si raccomanda, nel caso di acquisto di una piantina ibrida a basso tenore di THC per farne uso alimentare, di acquistarla in un centro autorizzato dal Governo a mezzo di certificazioni specifiche, sottoposto a controlli frequenti, di mantenerla nel suo vaso originale e di tenere lo scontrino, sempre.
La farina di canapa non si ottiene semplicemente macinando i semi, come avviene per la stragrande maggioranza delle farine, dei cereali e dei semi oleosi.
In pratica si segue lo stesso processo di produzione dell’olio d’oliva. Solo dopo essere stati pressati in un torchio, i semi vengono ridotti in polvere attraverso la macinatura. Tale polvere diventerà poi farina.
Si pressano i semi interi al torchio e se ne ricava da un lato l’olio di canapa, di un bel color giallo-verde, e una farina di consistenza polverosa dall’altro. L’olio viene imbottigliato e la polvere viene utilizzata per produrre la farina vera e propria attraverso la macinatura.
La polvere macinata è poi setacciata per eliminare i pezzi di guscio. Ne rimane solo la polpa, la parte più morbida, che è la vera farina di canapa.
Questa farina rappresenta una buona fonte di proteine vegetali, per cui è consigliata anche a chi segue un’alimentazione vegetariana o vegana. Risulta, inoltre, ricca di fibre e non contiene glutine.
Sono presenti anche sali minerali, come potassio, ferro, zinco, magnesio, e vitamine, tra cui soprattutto la E.
In particolare, 100 gr di farina forniscono:
All’interno di questa particolare farina sono contenuti tutti gli 8 amminoacidi essenziali.
Il glutine è completamente assente in questo tipo di farina. Pertanto si tratta di un alimento più facilmente digeribile e adatto anche ai celiaci.
La canapa rientra tra gli alimenti in cui si rilevano minori concentrazioni di nichel. In caso di intolleranza, quindi, la farina ricavata dai semi della canapa può essere sostituita a quella ottenuta dal grano.
I semi utilizzati poi per scopi alimentari possiedono una concentrazione del principio attivo noto come sigla THC molto bassa e quasi pari a zero.
Pertanto non sono previsti effetti psicotropi consumando alimenti preparati con questa farina.
Tra i benefici riconosciuti occorre menzionare la capacità di rinforzare il sistema immunitario, quello nervoso ed ormonale. Per via dell’alto contenuto di fibre è inoltre consigliata per affrontare problemi di stitichezza.
Dal colore dorato piuttosto scuro, tendente al kaki, ha una consistenza meno ariosa delle farine di cereali. Il suo sapore è molto pronunciato e conferisce un colore scuro alle preparazioni. Per questi motivi, è usata con parsimonia in cucina.
In piccole quantità (dal 5 al 15%), può essere aggiunta a pane, torte, pasta, biscotti e vari prodotti da forno.
Può essere adoperata facilmente come ingrediente per preparare anche alimenti salati e sotto forma di integratore. È un valido alleato per atleti, vegetariani, donne in gravidanza e tutti coloro che necessitano di un maggiore fabbisogno proteico.
Il consiglio è di non consumarlo come unica fonte di proteine (vegetariane o animali), ma come integratore. Infatti, nessun alimento, anche se naturale e concentrato, può sostituire una buona dieta varia e completa.
Grazie all’assenza di glutine, questa farina è adatta per l’alimentazione di chi soffre di celiachia o presenta un’intolleranza.
La presenza di Omega 6 e Omega 3 rende questa farina utile per contrastare l’insorgenza di patologie come il diabete.
Questo alimento rinomato per le sue proprietà benefiche può presentare alcune controindicazioni. Ad esempio, è preferibile limitarne il consumo in caso di assunzione di farmaci antiaggreganti e ipertensivi.
Per le donne in gravidanza il consumo di semi di canapa e relativa farina non presenta particolari limitazioni.
In fase di allattamento si possono continuare a consumare alimenti preparati con questa farina.
Fatta eccezione per casi particolari di ipersensibilità ai suoi componenti, la canapa non provoca reazioni allergiche. Anche per questo motivo è accresciuto l’interesse verso la farina ricavata dai semi di questa pianta.
Gli usi di questa farina priva di glutine sono molteplici in cucina. Si può anche usare per ricavare un burro di canapa.
La farina ricavata dai semi di questa pianta può sostituire la farina tradizionale in qualsiasi tipo di pietanza, dolce o salata. Attenzione, per il suo gusto pronunciato è meglio limitarsi a sostituire tra il 5 e il 15% della farina 00.
I biscotti di canapa si preparano unendo questa farina con una tradizionale o integrale in ragione di 1/4 del totale. Provate questa ricetta per preparare dei deliziosi biscotti vegani alla canapa, cannella, semi di chia e mirtilli rossi.
Preparazione. In un robot da cucina, unte tutti gli ingredienti tranne il cioccolato e mescolate per ottenere un composto omogeneo. Aggiungete le gocce e girate una volta sola. Ricavate delle palline grosse come una noce e appiattitele su un piatto coperto di carta da forno. Fatevi delle strisce sulla superficie con i rebbi della forchetta. Cuocete per 30 minuti a 200°.
Una ricetta alternativa per i pancake può essere realizzata utilizzando questa farina gluten-free. Ecco uan ricetta veg che metterà tutti d’accordo.
Preparazione. Mescolate le due farine, il lievito, lo zucchero e il sale. Sbattete l’uovo, il latte e l’olio separatamente e aggiungete delicatamente al composto secco, battendo bene per evitare grumi. Il composto deve essere un po’ più denso della pastella per crepes. Sipuò quindi aggiungere un po’ di latte per renderlo più liquido. Poi cuocete in una padella leggermente oliata facendo diversi pancake (versate circa un cucchiaio per ogni frittella) o usando una padella per blini.
Per la pasta alla canapa si consiglia di aggiungere 30 gr di questa particolare farina a 300 gr di quella di tipo 1.
Per preparare il pane si possono aggiungere 50 gr di farina ricavata dai semi di canapa a 450 gr di farina di tipo 1 o integrale.
Questa farina può essere adoperata anche per la preparazione dell’impasto per la pizza. Si consiglia di aggiungere 100 gr ad 1 kg di farina di tipo 0.
Questo prodotto è sempre più diffuso anche nei nostri negozi per la versatilità e le proprietà nutrizionali ormai riconosciute.
Si trova facilmente all’interno dei negozi di alimentazione naturale o nei reparti bio e di prodotti biologici dei supermercati. Inoltre, è reperibile anche presso le erboristerie ben fornite.
In alcuni supermercati prodotti a base di questa farina sono reperibili in appositi scaffali di prodotti privi di glutine.
In alternativa si può reperire presso siti dove acquistarla on line. Si trovano i derivati della canapa in tutte le loro forme: semi integrali, semi decorticati, farina, olio e perfino burro di canapa.
Si possono anche trovare degli integratori alimentari per animali.
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