Filodendro: le varietà più diffuse e le cure necessarie per coltivare questa bella pianta tropicale, adatta anche ad essere ospitata in appartamento.
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Il Filodendro o Philodendron è una pianta d’appartamento che appartiene alla famiglia delle Araceae.
Si contano circa 300 specie, alcune sono rampicanti, altre a portamento eretto. Queste piante vivono nelle foreste tropicali del Sud America e spesso si arrampicano su altri alberi più grandi. Non a caso il nome deriva dal greco e significa proprio “piante che amano gli alberi“.
Proprio per il grande numero di varietà di questa pianta, è difficile fare una descrizione generica. Sicuramente possiamo dire che tutte possiedono radici aeree e foglie molto grandi e cuoiose.
La forma delle foglie varia: possono essere ovali o a forma di cuore, divise in lobi o con margini interi. I colori vanno dal verde al verde variegato di bianco, con la pagina inferiore color porpora o ruggine.
I fiori sono davvero caratteristici e peculiari: sono costituiti da una spata bianca, con lo spadice giallastro nella parte centrale. Tuttavia se la coltivate in appartamento avrete poche possibilità di assistere alla fioritura, che generalmente avviene in estate.
I frutti invece sono costituiti da bacche dal sapore simile a quello dell’ananas. Come per i fiori, è davvero difficile vederli.
L’altezza varia molto in base alla specie, alcune raggiungono anche i 3 metri, altre non superano neanche i 50 cm.
Proviamo a vedere nello specifico le caratteristiche di alcune delle varietà più note di Filodendro.
Si tratta della specie più diffusa nei nostri appartamenti. Richiede poche cure ed è originaria del Brasile. Le foglie sono piccole, hanno dei piccioli lunghi e sono cuoriformi.
Le radici aeree sono molto abbondanti. È una pianta che cresce velocemente e per questo richiede continue cimature.
Ama l’umidità, quindi si deve procedere con la nebulizzazione delle foglie. Alcuni la coltivano anche come pianta pendente.
La specie Erubescens è del tipo rampicante e tocca anche i 2 metri di altezza. Nasce originariamente in Colombia, ma può essere coltivata facilmente anche da noi.
Le foglie sono tipicamente triangolari e sagittate. Inizialmente queste sono di colore rosa poi assumono un colore verde scuro, conservando però dei riflessi sul rame.
Per coltivare la varietà bipinnatifidum bisogna avere molto spazio, dal momento che vanta grandi dimensioni. Sopporta anche condizioni di poca luce e scarsa umidità.
I piccioli possono essere lunghi fino a 60 cm e larghi 45 cm, una peculiarità che la rende unica. Per queste sue caratteristiche spesso viene confusa con un’altra pianta, la Monstera.
In alternativa si può optare per un ibrido più piccino, che è poi quello che comunemente viene venduto per la coltivazione in casa. Si chiama Xanadu.
Quali sono le tecniche di coltivazione di questa pianta? Di cosa ha bisogno? Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
Iniziamo dalle temperature: assicuratevi che non scendano mai al di sotto dei 13° gradi.
Trovate un luogo luminoso, ma che non comporti l’esposizione diretta ai raggi del sole.
Scegliete un terriccio che sia ricco ma soprattutto ben drenato. Per favorire il corretto drenaggio potete sistemare sul fondo del vaso dell’argilla espansa o dei ciottoli.
Le irrigazioni devono essere abbondanti durante il periodo estivo, ma non bisogna mai lasciare acqua nel sottovaso. Quando fa molto caldo, procedete con la nebulizzazione sulle foglie, per favorire la giusta umidità.
In autunno e in inverno la pianta va irrigata solo quando il terriccio è completamente asciutto. Il concime va somministrato invece a cadenza quindicinale.
La tecnica di riproduzione consigliata è la talea che va eseguita all’inizio dell’estate.
Si taglia una talea di circa 15 cm, lasciando foglie e radici aeree. Si prepara un terriccio composto da sabbia e torba e si inserisce la talea in un buco.
I vasi devono essere piccoli e vanno ricoperti con un telo di plastica trasparente. Dopo la nascita dei primi germogli, si può togliere il telo e sistemare i vasi alla luce del sole. Il trapianto definitivo andrà fatto quando le talee saranno più robuste.
Il rinvaso viene fatto ogni anno a primavera, scegliendo un contenitore di dimensioni maggiori. Dopo 3 anni non serve cambiare vaso, ma si procede solo con il ricambio del terriccio.
Tra le problematiche che potrebbero verificarsi troviamo:
Per quanto riguarda i parassiti, questa specie è a rischio di attacco da parte della cocciniglia o del ragnetto rosso. Basterà un antiparassitario naturale per risolvere il problema.
Le foglie di Filodendro tendono a impolverarsi con molta facilità, data la loro grandezza. Procedete a spolverarle utilizzando un panno morbido e umido. Attenzione ai prodotti lucidanti in commercio, che rischiano di ostruire i pori a lungo andare.
Inoltre questa pianta, per le popolazioni indigene, ha una forte connotazione religiosa. Si pensa infatti che quando si abbarbicano sugli alberi possano portare agli dei le loro preghiere.
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