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Fito-plancton e alberi alleati contro la CO2

Il nostro pianeta ha una grande capacità di autoconservazione e cerca disperatamente di riprendersi gli spazi che l’urbanizzazione le ha tolto,  come ad esempio ci dimostrano quei piccoli e invisibili ciuffetti d’erba che sbucano qua e là sul ciglio dei marciapiedi ricoperti di cemento e smog.

Fito-plancton e alberi alleati contro la CO2

Adesso la conferma di questo suo potenziale arriva anche da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Forest Service e pubblicato sulla rivista americana Science.
A quanto pare ogni anno l’uomo produce 8,7 miliardi di tonnellate di diossido di carbonio e di queste la vegetazione ne riesce ad eliminare 4,6. Il merito però non spetta solo agli alberi ma anche alle alghe, che contribuiscono ad assorbire 2,2 miliardi di tonnellate delle 4,6 indicate.

Il processo di fotosintesi è estremamente importante per la salvaguardia del pianeta: i vegetali sono in grado di utilizzare CO2 e acqua per produrre zuccheri grazie all’energia offerta dalla luce solare. Durante il processo continuo di fotosintesi si rilascia ossigeno, per cui le piante svolgono un importante ruolo di regolazione della quantità di anidride carbonica presente sul pianeta.

Lo studio ha individuato una maggiore capacità di assorbimento dalle giovani foreste tropicali nate dopo i successivi interventi di rimboschimento. Secondo Joseph Canadell, uno degli studiosi che ha partecipato alla ricerca, se si smettesse oggi di tagliare gli alberi, si potrebbe dimezzare la quantità di Co2 prodotta dai combustibili fossili.

Discorso diverso invece per le alghe che assorbono l’anidride carbonica durante il processo di fotosintesi e una volta morte imprigionano la CO2 nei fondali marini per oltre un secolo. Il National Oceanography Centre dell’università di Southampton aveva messo a punto un programma di sperimentazione per concimare le acque marine attraverso il ferro. L’obiettivo era produrre un aumento della crescita di alghe, ma finora i risultati sono stati alquanto deludenti, tanto che tutte le specie vegetali diverse dalle alghe hanno riportato stati di intossicazione.

E’ lodevole che vengano svolte ricerche di tali portata paragonabili ad una sorta di check-up sulle condizioni di salute del nostro pianeta, ma non avete la sensazione che sia come coprire di cerotti una ferita che continua a sanguinare?
I problemi vanno risolti alla radice e fin quando non ci limiteremo nel consumo di combustibili fossili non potremmo mai realmente dire di aver vinto la battaglia, che ne pensate?

Alessia

Nata in Abruzzo nel 1982, si trasferisce a Roma per conseguire una laurea e un master in psicologia, ma dopo una decina d'anni rientra nel suo piccolo paese ai piedi della Majella, fuggendo dalla vita metropolitana. Attualmente coniuga l'attività di psicologa libero professionista con la passione per la scrittura, un hobby coltivato sin dalle scuole superiori. Collabora con la redazione di Tuttogreen dal 2011, cura un blog personale di taglio psicologico e scrive articoli per un mensile locale. Nel tempo libero ama passeggiare nei boschi e visitare i piccoli borghi, riscoprendo le antiche tradizioni d'un tempo.

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