I giardini pensili sono la risposta ideale per chi desidera godere di uno spazio verde pur vivendo in città, magari in centro o nelle zone industriali. Struttura dalle origini antichissime, il giardino pensile oggi rappresenta una soluzione sempre più apprezzata che, oltre a donare all’immobile un originale tocco di eleganza e creatività, ne aumenta anche il valore. Scopriamo insieme in cosa consiste un giardino pensile, quali sono le sue caratteristiche e che vantaggi apporta.
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Sono giardini realizzati su una superficie sopraelevata, come un tetto, una terrazza o una veranda sul balcone. Sono soluzioni pensate per portare spazi verdi anche in centro città al pari del giardino verticale, che però è destinato a ricoprire muri e pareti verticali.
Sono molto richiesti da chi vive in appartamento o in condominio, per poter trascorrere piacevoli giornate di sole in mezzo al verde.
Vantano una storia millenaria. Tuttavia, solo recentemente sono tornati in auge perché, oltre all’impatto estetico che sono in grado di esercitare, apportano anche altri benefici.
Esistono almeno tre tipologie di questo spazio verde pensile.
Presentano l’aspetto di un prato arricchito con piante resistenti al freddo o al caldo, a seconda del clima.
Caratterizzati da una quantità minima di vegetazione e da un peso ridotto, in genere non richiedono molta manutenzione.
Rappresentano la soluzione ideale per solai con bassa possibilità di carico. Hanno costi relativamente bassi sia di montaggio che di mantenimento.
Tipologia dedicata ai tetti spioventi. Permette quindi di sfruttare i tetti in pendenza, anche accentuata, per portare aree verdi al di sopra di tali costruzioni. Si tratta della tipologia più difficile da utilizzare e, considerando le forze in gioco, deve avere uno spessore minimo. Proprio per tale motivo, la varietà della flora è ridotta.
Sono dei veri e propri ambienti verdi, calpestabili, usufruibili tutto l’anno e che richiedono la manutenzione di un normale giardino.
Hanno bisogno di un substrato piuttosto spesso ed un ottimo impianto di irrigazione. Caratterizzati da una flora abbondante, esercitano un peso notevole e lo spessore può raggiungere i 25 cm.
Possiamo fare una ulteriore distinzione:
Oltre all’impatto estetico, i giardini pensili apportano altri numerosi benefici. Esaminiamoli più nel dettaglio.
A Babilonia, nei pressi dell’odierna Baghdad, in Iraq, attorno al 570 aC, Nabucodonosor II fece costruire i primi giardini pensili di cui di ha testimonianza. A spingere il sovrano a tale progetto, il fatto che la città si trovava in una fascia climatica desertica in cui era difficile pensare alla presenza di una vegetazione rigogliosa.
I giardini di Babilonia vennero creati sui terrazzi di una grande costruzione in cemento sviluppata su più piani. Le piante provenivano da ogni parte del mondo ed erano irrorate da un sistema d’irrigazione all’avanguardia. In questi giardini crescevano alberi e piante che andavano a formare piccole oasi, con ruscelli, cascate e laghetti.
I Giardini pensili di Babilonia furono una delle sette meraviglie del mondo antico.
Nel 570 aC, circa, a Babilonia, l’odierna Baghdad, in Iraq.
Anche se può sembrare strano, si sa poco sui giardini pensili di Babilonia. In particolare, non si sa esattamente dove si trovassero. Rimane l’unica antica meraviglia di cui ancora non è stata trovata l’originaria posizione. Il dibattito tra studiosi e archeologi è ancora aperto. Per questo, ci sono varie ipotesi a riguardo.
Facciamo un breve excursus sulle principali teorie.
L’archeologo tedesco Robert Koldewey, il primo a condurre scavi sul sito, tra il 1889 e il 1917, teorizzò che i giardini dovessero trovarsi nell’angolo nordorientale del Palazzo Meridionale.
In quel luogo, infatti, egli aveva rinvenuto una enorme struttura coperta da volte a botte e costituita da quattordici stanze. In una di esse fu trovato un pozzo con dei fori, prontamente ricondotto al sistema di approvvigionamento idrico. Tuttavia, questa teoria, presentava come limite la lontananza dal fiume Eufrate, da cui veniva attinta l’acqua per l’irrigazione.
DJ Wiseman sosteneva invece che i giardini fossero collocati “sopra e a settentrione della grande muratura a ovest” del Palazzo Sud, presso le rive dell’Eufrate. Nella prima metà degli anni Novanta, lo studioso D.W.W. Stevenson confutò però la predetta tesi. Egli infatti, spiegò che, all’epoca di costruzione, l’Eufrate aveva ormai già coperto la zona in questione.
Recenti studi condotti da Stephanie Dalley dell’Università di Oxford, affermano che in passato si sia verificato un errore. Pare infatti che i giardini pensili non si trovassero a Babilonia bensì a Ninive, città assira settentrionale, e che furono costruiti dal re Sennacherib.
La confusione sarebbe stata causata dal fatto che la città imperiale persiana, un tempo, era conosciuta come Nuova Babilonia.
I più antichi giardini pensili venivano irrigati artificialmente tramite un complesso sistema di cisterne e condutture.
L’impianto di irrigazione fu studiato, per la prima volta, da DWW Stevenson il quale, basandosi soltanto sulla descrizione degli autori classici, ipotizzò che fosse utilizzato il cosiddetto sistema noria, un metodo di cui si rilevano tracce in Oriente già dal XIV secolo aC.
Nel caso dei giardini di Babilonia, si suppone che esso doveva essere applicato come segue: alla base della scalinata dei giardini vi erano due grandi bacini che ricevevano acqua dal fiume Eufrate attraverso condutture sotterranee.
A tali bacini erano connesse delle ruote di legno o vasi d’argilla. Nel momento in cui le ruote venivano azionate dalla forza umana, queste si riempivano d’acqua per poi lasciarla ricadere in un collettore sino al piano superiore, dove veniva ripetuto il medesimo procedimento, fino a raggiungere il livello più alto.
Qui, infine, vi era una cisterna da cui l’acqua poteva facilmente essere ridistribuita a tutta la superficie dei giardini attraverso condotti a caduta.
Per l’irrigazione, si deve pensare ad un complesso sistema idrico. Alla base della scalinata dei giardini vi erano due grandi bacini che ricevevano acqua dall’Eufrate.
A tali bacini erano connesse delle ruote di legno azionabili manualmente e vasi d’argilla che, tramite un sistema di collettori, facevano giungere l’acqua al livello più alto. Qui vi era una cisterna di raccolta che, tramite condotti a caduta, ridistribuiva l’acqua ai giardini, sia con funzione irrigua che ornamentale.
La stessa città di Babilonia venne distrutta più volte nel corso della sua storia. Nel VII secolo aC, i babilonesi si ribellarono contro il loro sovrano assiro. Il re assiro Sennacherib rase al suolo la città di Babilonia, distruggendola completamente.
I giardini pensili sono quindi una soluzione antica. Di recente sono tornati alla ribalta. Si tratta infatti di soluzioni pensate per portare spazi verdi anche in centro città.
Questa tipologia di giardino consiste in una zona verde coltivata, non sul terreno, ma sopra alcune aree di un edificio, come un tetto o un terrazzo.
La progettazione e la costruzione di un giardino pensile è una attività che ha molti punti in comune sia con le opere edilizie che con la botanica.
È necessario quindi affidarsi a ditte specializzate. In Italia ce ne sono in misura superiore rispetto a quanto ci si possa aspettare.
Questo genere di imprese sono in grado di curare tutte le fasi operative – dalla progettazione alla realizzazione – passando anche per le questioni burocratiche.
La realizzazione di un giardino pensile va quindi demandata a esperti del settore ed esula dalla prospettiva del fai da te. Comunque sia, anche solo per monitorare con consapevolezza il lavoro dei tecnici, andiamo a conoscere, in linea di massima, i principali passaggi della procedura.
Infine, è bene precisare che, prima di procedere con le varie fasi, è fondamentale effettuare un sopralluogo per assicurarsi di scegliere una superficie in ottimo stato e in grado di sopportare carichi molto pesanti.
Per fare un esempio, il terriccio, una volta che è bagnato, raddoppia il suo peso. Senza poi dimenticare il carico che gli alberi e le altre piante hanno sulla struttura.
La progettazione e la realizzazione di un giardino sopraelevato deve far riferimento a specifiche normative che fanno riferimento a due documenti:
Inoltre, le membrane per la copertura a verde, per avere il marchio CE, devono possedere la certificazione di resistenza alle radici secondo la norma europea UNI EN 13948. Questa prova è riconosciuta in ambito CEN (Comitato Europeo di normazione), come assolutamente appropriata a decretare la resistenza alle radici delle membrane usate per la realizzazione di giardini pensili.
Naturalmente, anche queste tipologie di verde possono usufruire del bonus verde per giardini e terrazze in vigore nel 2021-22.
La scelta delle piante va fatta tenendo conto del clima e dell’esposizione e non ha nulla a che vedere con le classiche piante da balcone.
Non ci si deve far influenzare semplicemente dal gusto personale o dalla passione per una precisa tipologia di piante. Nella scelta, bisogna preferire le piante adatte all’ambiente dove saranno collocate.
Inoltre, i tetti sono un posto difficile per le piante perché sono altamente esposti al calore intenso, al freddo, al vento, alla siccità…
Non possono neppure sostenere troppo peso.
Ne consegue che le piante indicate per un tetto verde hanno la necessità di crescere in pochi centimetri di terreno.
Per tutti questi motivi, per i giardini pensili, vengono spesso utilizzate piante che crescono spontaneamente sulle rocce del deserto, sui dirupi alpini e in altri luoghi inospitali.
Andiamo a scoprirne nello specifico alcune varietà.
I pilastri di un tetto verde che dovrebbero costituire il grosso della semina. Le piante grasse prosperano praticamente ovunque, senza acqua e su qualsiasi tipo di suolo. Tra l’altro, offrono una vasta gamma di colori. Ecco alcuni esempi:
Gran parte delle specie di erba non sopravviverebbe su un tetto vivente. Tuttavia, ci sono però alcune specie di erba aventi caratteristiche tali da resistere alle condizioni “estreme” di un tetto.
Come le piante grasse, sono ideali per la copertura di gran parte del tetto e creano un piacevole contrasto rispetto alle piante grasse. Molte di queste erbe si autoseminano, rendendo così il giardino pensile autonomo nella ripiantumazione. Andiamo a conoscerne alcune varietà.
I fiori di campo richiedono un po’ più di profondità di terreno rispetto ad altre specie, quindi vanno usati con parsimonia. Si potrebbero seminare qua e là per creare piccole macchie di fiori selvatici. Eccone alcuni esempi.
Le più comuni erbe aromatiche crescono in luoghi asciutti e rocciosi. Proprio questa caratteristica le rende quindi ideali per un tetto verde.
Qui di seguito vedremo alcune varietà che hanno ampia diffusione e bassa crescita, caratteristiche chiave per un tetto verde.
Per la posa di giardini sui tetti e balconi è consigliato l’utilizzo di una membrana in PVC in quanto presenta eccezionali caratteristiche tecniche ed è anche l’unico materiale certificabile come anti radice.
In questo modo, la crescita del manto erboso non rischia di lacerare l’impermeabilizzazione sottostante.
I giardini pensili estensivi sono i più leggeri. Hanno uno spessore ridotto (dagli 8 ai 15 cm) ed un peso contenuto (tra 90kg/m² a 220kg/m²).
I prezzi dipendono da vari fattori. In primis, dalla tipologia di giardino pensile. Inoltre, dalla quantità e dalla tipologia di piante scelte e dal costruttore.
Eco alcune fasce di prezzo indicative delle varie tipologie di giardino pensile.
Appena dopo a realizzazione di un giardino sopraelevato, bisogna prendersi molta cura del verde, assicurandosi che le piante si abituino al terreno e che crescano in buona salute.
Durante i primi mesi procedete all’irrigazione due o tre volte a settimana, per poi effettuarla solo 1 o 2 volte ogni 15 giorni, anche in base alle esigenze della vegetazione.
In seguito, la manutenzione è molto simile a quella di un’area verde tradizionale. Inoltre, è necessario controllare sempre il drenaggio e l’impermeabilizzazione della base, al fine di evitare eventuali danni alla struttura.
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