Giordania, dai wc per i turisti si ricava l’energia per Petra
Nel bel mezzo al deserto, un gabinetto che non solo non ha bisogno di acqua per funzionare, ma addirittura ricava energia dagli escrementi. Non si tratta di un miraggio, ma di pura realtà. Un progetto concreto, quello realizzato presso il sito archeologico di Petra, in Giordania, che prende spunto dal sapere antico, e sfrutta le ultime evoluzioni in materia di rinnovabili.

Il tutto messo insieme da un architetto italiano, Pietro Laureano, e della Cooperativa da lui diretta, Ipogea, nell’ambito del programma ITKI (Istituto Internazionale delle conoscenze tradizionali) promosso dall’Unesco.
Il team di Laureano ha offerto una risposta intelligente a un problema divenuto ormai insostenibile nell’antica città costruita tra le rocce: la presenza sempre più cospicua di gabinetti convenzionali, ingestibili, e Wc chimici, brutti e inquinanti.
Riprendendo le tecniche utilizzate dagli Assiri 3mila anni fa, Ipogea ha realizzato dei gabinetti che non necessitano di collegamento idrico e fogniario. Al loro interno, dei piccoli impianti, chiusi ermeticamente e sterili, ricevono gli escrementi dei turisti e li trasformano direttamente in bio-gas, cioè metano. Di qui, la risorsa può essere direttamente immensa nelle condutture di Petra, o convertita tramite una turbina in energia elettrica. Nell’ arco di 10-20 giorni dai rifiuti biologici prodotti dall’ uomo si possono ricavare gas metano, liquido fertilizzante e acqua potabile.
Rifiuti dunque come una risorsa, un potenziale ecologico che dovrebbe suggerire una riprogettazione delle abitudini domestiche e in generale dei centri abitati.
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