Le giuggiole sono frutti autunnali dolci e ipercalorici, buoni da mangiare e dalle tante proprietà benefiche sono ricche di antiossidanti, sono potenti antinfiammatori e aiutano ad alleviare i sintomi di ansia e depressione.
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La giuggiola nasce da un albero da frutta chiamato giuggiolo, nome botanico Ziziphus jujuba, appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae.
Si tratta di un piccolo arbusto perenne di circa 30 cm munito di piccole spine, che ha origini in Asia, ma oggi molto diffuso anche in Italia e nei paesi mediterranei.
Oltre ad essere un buon frutto, il giuggiolo è anche una bella pianta da frutto, molto adatta anche ad essere coltivata come pianta ornamentale.
La pianta della giuggiola cresce facilmente in ambienti con poca umidità, terreni ben drenati che mantengano sempre le radici areate, e in posizione soleggiata. Predilige climi caldi e asciutti ed una piena esposizione solare. Il giuggiolo tollera bene la siccità ma ha bisogno di umidità per fruttificare.
La distanza ideale tra gli arbusti da coltivare per la fruttificazione è di 5 metri in tutte le direzioni. Se invece si coltiva solo a scopo ornamentale, è possibile creare delle siepi compatte mantenendo la distanza di 60-80 cm uno dall’altro.
Nei primi 3-4 anni è necessario innaffiare periodicamente l’albero di giuggiolo con una grande quantità di acqua, ma intervallando con lunghi periodi una irrigazione dall’altra.
In questo modo, l’albero viene stimolato a sviluppare il suo apparato radicale in profondità e ciò lo renderà più resistente nei periodi di siccità.
Trascorsi i primi 4 anni, si consiglia di predisporre una pacciamatura a base di paglia e corteccia di pino, che aiuterà l’arbusto a crescere forte senza ricorrere al diserbo chimico.
Dopo i primi anni, il giuggiolo diventa una pianta che necessita di poca manutenzione: basterà distribuire ogni anno un concime leggermente azotato per stimolarne la fruttificazione. Se si vogliono avere raccolti sostanziosi, questa dose può essere arricchita con un po’ di fosforo e potassio.
Per favorire la raccolta dei frutti, il giuggiolo viene potato con frequenza tenendolo all’altezza di cespuglio o alberello: di solito si interviene ogni tre anni nel mese di maggio.
Il giuggiolo si può moltiplicare in più modi:
La fioritura si ha in primavera, di solito verso il mese di maggio. I fiori del giuggiolo sono giallastri ed ermafroditi e danno origine a frutti con forma simile a quella delle olive.
A partire dal quarto anno dalla semina l’albero del giuggiolo fa i suoi primi frutti e raggiunge il massimo rendimento a 15 anni di età.
Le giuggiole – quando sono acerbe – sono di colore verde e il loro sapore è simile a quello della mela. Quando maturano diventano di colore rosso scuro e, nella fase di piena maturazione – tra settembre e ottobre – la pelle si raggrinzisce e il gusto diventa più dolce, simile a quello del dattero.
Subito dopo la raccolta inizia il procedimento di essiccazione disponendo le giuggiole su grate esposte al sole per almeno dieci giorni.
Le piante di giuggiolo sono poco soggette agli attacchi di parassiti e malattie.
Negli ultimi anni si è però presentato il rischio di mosca della frutta (Ceratitis capitata) un insetto dannoso e di difficile eradicazione perché depone le uova sotto la buccia dei frutti
In caso di attacco da parte della mosca bisogna utilizzare prodotti citotropici da applicare sulle piante nel periodo in cui la mosca depone le uova.
Ogni 100 grammi di giuggiole contiene circa 79 calorie, e inoltre contiene:
Dal punto di vista nutrizionale le giuggiole sono una buona fonte di vitamina C, di sali minerali, ferro, calcio e zuccheri, di tannini, flavonoidi, pectina, antrachinoni e acido ascorbico: tutti elementi nutritivi adatti ad una sana alimentazione.
Le giuggiole possono essere paragonate ai fichi e ai datteri dal punto di vista nutrizionale. Alcune parti della pianta di giuggiolo vengono anche utilizzate in fitoterapia ed erboristeria.
Le giuggiole, essiccate o ridotte in polvere, vengono utilizzate nella medicina tradizionale cinese per alleviare nervosismo, ansia e insonnia, prevenire le infezioni e migliorare le capacità digestive.
La medicina tradizionale ha stabilito che le giuggiole sono buone fonti di nutrienti essenziali. In paritcolare:
Le giuggiole, anche nella loro variante disidratata, sono considerate alimenti generalmente sicuri, non hanno particolari controindicazioni.
Le giuggiole potrebbero interferire con la venlafaxina, un farmaco antidepressivo.
Attenzione. Chi è sensibile alle fibre o ha problemi di aerofagia, dovrebbe limitarne il consumo perché potrebbero causare coliche addominali.
Ricordiamo anche che le giuggiole sono piuttosto caloriche.
Il giuggiolo era usato in passato, in alcune regioni italiane, per creare siepi difensive grazie alle spine e del fitto intreccio dei rami .
Viene utilizzato anche come pianta ornamentale.
In Veneto, sui Colli Euganei, esiste una coltivazione intensiva di giuggioli finalizzata alla produzione del l’infuso detto Brodo di giuggiole, un liquore poco alcolico e molto apprezzato.
Le giuggiole si possono consumare fresche subito dopo la raccolta, oppure si possono conservare per lungo tempo:
Giuggiolo Pera o giuggiolo Mela sono selezioni di giuggiolo che si differenziano per le dimensioni e la forma del frutto, molto più grosso del nostrano,
Con le giuggiole si possono preparare il noto Brodo di Giuggiole oltre a confetture, tisane, torte e biscotti. Ecco le più comuni ricette per gli amanti delle giuggiole.
Il Brodo di Giuggiole è un infuso idroalcolico naturale a base di giuggiole mature.
Preparazione. La preparazione prevede una macerazione lunga dei frutti che vanno lasciati in infusione per un paio di mesi. Il liquido ottenuto viene filtrato ed imbottigliato. Il prodotto ottenuto è una bevanda liquorosa dalla gradazione alcolica media circa il 24%vol e dal colore rosso ambrato. Durante la macerazione vengono aggiunte anche a scelta mele cotogne, scorze di limone, uva, melograni e zucchero.
Conservazione e consumo. Il brodo di giuggiole si conserva bene e a lungo essendo a base alcolica. Va servito a temperatura ambiente a fine pasto ma è sempre più apprezzato freddo in cocktail e aperitivi. In inverno lo si può scaldare e usare nella preparazione del punch.
Le giuggiole sono un ottimo alimento anche per i più piccoli e per questo negli anni si sono realizzate più ricette golose che potessero essere apprezzate da tutti, anche i bambini.
E’ possibile realizzare una variante di brodo di giuggiole non alcolica adatta al consumo per i bambini e gli astemi, facendo bollire la frutta in acqua, zucchero e limone senza l’aggiunta di alcol. Il risultato sarà uno sciroppo molto dolce, da bere freddo diluito con acqua oppure da aggiungere a tisane e tè caldi per dolcificare. Ottimo anche per realizzare coppette di gelato affogate con sciroppo completamente analcolico e privo di controindicazioni.
Il brodo di giuggiole un buonissimo liquore ricco di vitamina C da servire come aperitivo o fine pasto con dessert: ricetta con ingredienti, dosi, procedimento e calorie.
Ingredienti
Preparazione: Setacciare le farine e aggiungere lievito. Fare fontana con le farine mettendo al centro il burro fuso, lo zucchero, uovo, latte, vanillina, sale, grappa. Amalgamare bene ed aggiungere le giuggiole.
Dare la forma al nostro biscotto e cuocere a forno già caldo a 180° per 15 minuti circa. Quindi spolverare di zucchero a velo.
Ingredienti
Preparazione: prima di tutto lavare i vasetti di vetro assieme ai tappi farli bollire per sterilizzarli. Lavare e fare asciugare all’aria le giuggiole, privarle del nocciolo e tagliarle a pezzetti. Mettere in una pentola le giuggiole, 400 ml d’acqua, la mela sbucciata e tagliata a pezzetti, la buccia del limone sottile e il succo di limone. Metterle a cuocere finché non diventano morbide. Passarle al setaccio con il passaverdure con i buchi grossi. Oppure frullatele con il mixer. Mettere in una pentola la purea di giuggiole aggiungere lo zucchero e 200 ml d’acqua e far cuocere a fuoco medio, aggiungere la cannella e amaretto.
Ingredienti
Preparazione: lavare le giuggiole e togliere il nocciolo. Metterle sul fuoco insieme al mezzo litro di acqua e fare bollire per 5 minuti. Aggiungere il miele e lasciare riposare per almeno 15 minuti. Filtrare e versare nelle tazze. Questa tisana è molto utile nel periodo autunnale per prevenire i raffreddori: è un antibiotico naturale, e sedativo per la tosse. La tisana è anche buona quindi amata anche dai bambini.
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