Risultano appena 103 le vetture elettriche immatricolate in Italia nei primi sei mesi del 2011.
Un risultato decisamente al di sotto delle attese, anche alla luce degli incentivi (1.200 euro) messi sul piatto dallo Stato. E nonostante gli ingenti investimenti pubblicitari, con campagne a tappeto sui media tradizionali e digitali. Niente da fare, il prezzo dei veicoli a corrente continua è ancora inaccessibile per i più: fra i pochi modelli in commercio in Italia, la Citroen C-Zero e la gemella Peugeot iOn superano i 36 mila euro, e sono solo delle utilitarie. A presto arriverà l’attesa Chevrolet Volt, ma ad un prezzo di listino pari a 42 mila euro.
Evidentemente troppi nella congiuntura che sta vivendo l’Italia e con essa tutto il continente europeo, dove non a caso si conferma il momentaneo flop delle auto a emissioni zero. La Germania, in testa alla classifica continentale, è a quota 1.020 unità, la Francia a 953, seguita dalla Norvegia e dall’Inghilterra, dove sono state messe su strada rispettivamente 850 e 599 vetture.
Numeri che non viaggiano in proporzione con gli sconti statali: pur risparmiando meno di 400 euro, a Berlino si sono raccolti oltre 5.200 contratti d’acquisto. In Danimarca, al contrario, solo 283 cittadini si sono lasciati convincere, nonostante agevolazioni pari a circa 20 mila euro, tra sgravi fiscali e deduzioni.
Statistiche che fanno pensare, e che suggeriscono di ripensare il futuro del trasporto alternativo e pulito. Servono modelli più economici, infrastruttura capillare di punti di ricarica, più energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e un’intensa opera di educazione culturale e ambientale sulle generazioni presenti e future. Solo in questo modo il mercato delle elettriche potrà finalmente decollare.
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