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Glifosato finalmente proibito in parchi pubblici

Da fine agosto, finalmente, il glifosato è stato vietato nelle zone frequentate dai bambini. A disporlo, in via temporanea, un decreto del Ministero della Salute, il quale ha peraltro revocato le autorizzazioni alla commercializzazione di prodotti fitosanitari che lo contengono.

Glifosato finalmente proibito in parchi pubblici

Ma facciamo un passo indietro, che cos’è il glifosato? Un erbicida brevettato dalla Monsanto nel 1974, classificato lo scorso anno come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” dall’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.

Sul glifosato è in corso da anni una querelle nel mondo scientifico. L’Agenzia della sicurezza alimentare europea nel novembre 2015 ha ritenuto in una nota ufficiale che questa sostanza non fosse cancerogena. Cosa che hanno sostenuto anche FAO e OMS lo scorso maggio. Pareri autorevoli che hanno convinto la Commissione europea a prorogare la sua messa in commercio fino alla fine del 2017. In attesa di un parere definitivo dell’Agenzia chimica europea sui rischi per la salute, che potrebbe arrivare entro la fine del 2017.

Contemporaneamente, però, la UE ha limitato l’uso dell’erbicida in alcune zone sensibili, come quelle ad uso ricreativo, aree gioco per bambini, scuole, strutture sanitarie. E, al contempo, portando avanti un ”esame minuzioso del suo uso pre-raccolto”.

In Italia, questa decisione è stata colta con soddisfazione dalla Coldiretti, che comunque ritiene questa delibera “all’avanguardia in Europa e nel mondo” ma vorrebbe anche bloccare le importazioni di prodotti agricoli dai Paesi che continuano ad utilizzare il glifosato. Si pensi, ad esempio, al grano utilizzato per la pasta proveniente da USA e Canada, paesi in cui questo pesticida è usato in modo intensivo, addirittura fino al disseccamento del grano, per garantire ‘artificialmente un livello proteico elevato”.

Sebbene il nostro Paese sia il principale produttore europeo di grano duro, ben 2,3 milioni di tonnellate arrivano dall’estero e di queste oltre la metà (1,2 milioni di tonnellate) dal Canada. E note marche di pasta se ne fanno anche un vanto. Pertanto, un pacco di pasta su cinque italiano è fatto con grano trattato con glifosato nonostante il divieto imposto in Italia.

Dunque auspichiami un ulteriore passo della legislazione vigente contro il glisofato, vietando, oltre al suo uso in aree pubbliche, anche l’importazione dei prodotti che ne fanno uso.

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Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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