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Global warming: rallentamento dell’inquinamento fino al 2008 ma l’Asia non aiuta!

Il global warming ha rallentato la sua ‘corsa’ tra il 1998 e il 2008 per poi riprendere negli anni successivi. Responsabili di questo rallentamento sono state le grandi quantità di zolfo presenti nell’atmosfera, che hanno causato un momentaneo raffreddamento.

Global warming: rallentamento dell’inquinamento fino al 2008 ma l’Asia non aiuta!

In particolare, l’elemento-chiave di questo abbassamento termico è lo zolfo presente nelle emissioni di CO2, perché fondamentale nella formazione di aerosol che, creando un sottile strato tra le varie coltri di nuvole, riflette il calore del sole, rimandandolo indietro verso lo spazio. E di fatto abbassa la temperatura dell’aria.

Questo sarebbe il risultato di alcune ricerche condotte da scienziati della Boston University e di Harvard, da cui emerge anche che, sebbene fino al 2008 il processo di surriscaldamento mondiale si fosse fermato, in questi ultimi anni è ripreso, a causa di tutto l’inquinamento provocato dai paesi in via di sviluppo che non hanno ancora adottato misure contro il riscaldamento globale.

E’ un problema che è stato valutato economicamente in più di 100 miliardi di dollari. Secondo stime del WWF, non ci sarebbe molto tempo per combatterlo, specialmente se molti paesi emergenti non cominciano a pianificare una seria politica anti-inquinamento e non si convincono che varare norme che abbassino le emissioni di CO2 non ‘abbatterà’ anche il loro PIL.

Sempre secondo il WWF, il 2014 sarebbe il punto di non-ritorno. Se anche i paesi in via di sviluppo, che sono i maggiori ‘inquinatori’ in questo momento, non adotteranno misure adeguate per il problema, il mondo sarà davvero in pericolo.

Coscienti dell’importanza di questa tendenza ormai ‘irreversibile’, alcune aziende hanno portato avanti programmi di riduzione delle emissioni, spesso con iniziative autonome e in paesi dove in materia c’è un vuoto normativo. Per esempio Honda che, con il suo programma Blue Skies for Our Children, si sta impegnando a ridurre le sue emissioni di anidride carbonica entro 2020 del 30% rispetto al livello del 2000. Lo sforzo non è diretto solo verso la propria produzione ma coinvolge anche il suo grande network di fornitori a livello mondiale. Questo perché il brand nipponico ha preso coscienza che la salvaguardia delle future generazioni passa dalle decisioni eco-sostenibili che si prendono oggi.

Quindi, non bisogna adagiarsi sugli allori dei risultati raggiunti fino al 2008 perché l’inquinamento continua a ‘correre’ e il riscaldamento globale ma non deve diventare irreversibile!

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