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Google e l’investimento in Transphorm per diventare leader di efficienza energetica

Google non intende fermarsi nella sua corsa alle energie pulite: un percorso che contribuisce a dare lustro al brand di Google, spesso criticata da Greenpeace per il fatto di avere una parte importante (si stima il 34%) di data center alimentati a carbone e che ad inizio aprile ha fatto la prima mossa europea con l’investimento europeo nel “sole” della Germania.

Google e l’investimento in Transphorm per diventare leader di efficienza energetica

Google, interessata da sempre a partecipare a progetti innovativi in campo energetico, nel 2009 aveva creato Google Ventures, una ‘costola’ del gruppo del motore di ricerca più famoso e utilizzato nel mondo, con lo scopo di finanziare i progetti più brillanti del Pianeta. Più esattamente, l’obiettivo è quello di concentrarsi sulla scoperta dei più interessanti imprenditori, impegnati in una vasta gamma di settori, al fine di aiutarli ad avere successo, in campi futuribili. Un sorta di fondo a sostegno della ricerca e delle idee intelligenti, insomma.
In effetti, non si tratta solo di parole ma di fatti, e molto concreti: la società Transphorm, infatti, è stata già beneficiata di un investimento pari a ben 20 milioni di dollari un paio di mesi orsono.

Indovinate di cosa si occupa Transphorm? Ma naturalmente di efficienza energetica, cioè è impegnata ad ottimizzare i consumi elettrici per i data center.
L’intervento di Google non è quindi proprio disinteressato, dal momento che ne possiede un numero tanto spropositato quanto indefinito (solo uno dei segreti del grande motore) destinato ad aumentare, visto l’enorme successo del gruppo californiano.

Ma nonostante il patrimonio plurimilionario della società, Google è fortemente interessata a ridurre i consumi nel futuro: ogni anno, infatti, il colosso americano spende milioni di dollari tra bollette energetiche, attrezzature e infrastrutture connesse. Anche per questa ragione, meramente economica, il portale, da sempre attento alla sostenibilità, ha già provveduto ad investire nelle rinnovabili, come ricordavamo all’inizio, anche con progetti ambiziosi e, per certi versi, futuribili. L’obiettivo di questo ultimo, coraggioso progetto, affidato all’attività di ricerca della suddetta Transphorm, è quello di ridurre lo spreco di energia persa a causa di inefficienze nei sistemi di conversione: più del 10%, cioè molta più di quella ricavata attualmente da fonti rinnovabili, una sorta di hidden tax, di tassa nascosta, che tutti pagano.

Questo grazie a tecnologie innovative realizzate con materiali rivoluzionari che consentirebbero una conversione di energia più rapida ed efficiente, oltre che un cospicuo risparmio annuo pari ad alcuni milioni di dollari (per ulteriori dettagli tecnici, http://www.transphormusa.com).
E se Google, oltre ad impegnarsi sul fronte del risparmio, stesse pensando ad un futuro da leader anche nel mercato mondiale del data center?

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