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Green Oncology: anche le terapie mediche svoltano verso la sostenibilità

Curare meglio, sprecare meno. Mirano a un oncologia ottimizzata ed eco-compatibile i primari iscritti al Cipomo, il Collegio italiano primari oncologi medici ospedalieri.

Green Oncology: anche le terapie mediche svoltano verso la sostenibilità

Dal Congresso Nazionale dell’organismo, riunito in Giugno a Cosenza, sono emersi i prodromi di un progetto interessante, Green Oncology. Taglio per il costo dei farmaci, ma parola fine anche agli sprechi in occasione di esami diagnostici, interventi chirurgici e trattamenti radioterapici. Motivo ispiratore di questa ristrutturazione, organizzata in un Manifesto, è la parola rispetto: Rispetto per la natura, il paziente, rispetto anche per il sistema socio-economico.

Usare meglio le risorse a disposizione. Gli specialisti del Cipomo lo sanno bene, e ammettono che si fanno troppe Pet e Tac, con  un pesante impatto sui consumi energetici e il rilascio di anidride carbonica.

Serve invece un approccio più nuovo e complessivo: Green Oncology prevede una serie di modalità operative ‘verdi’. Per esempio l’adozione di follow up ‘minimalisti’, facendo un uso mirato di tecniche radiologiche e scintigrafiche per contenere l’inquinamento da radiazioni. Si intende privilegiare, d’altra parte, il ricorso a terapie orali, per tutta una serie di vantaggi, non ultimi l’utilizzo ridotto dei mezzi di trasporto da parte di pazienti e accompagnatori, e minori consumi di energia.

Altri punti importanti, l’attenzione al ciclo di vita dei farmaci oncologici anche nella fase di somministrazione e smaltimento, l’impiego di detersivi non tossici e la promozione di ambulatori verdi, dove si possano riciclare carta e materie post-consumo.

A giudizio degli oncologi, inoltre, le cure oncologiche vanno differenziate, si vuole limitare l’abitudine all’acquisto di strumenti tecnologici solo come status symbol. Gli investimenti devono invece rispettare le esigenze del territorio.

I medici stessi intendono modificare l’approccio alla professione, tenendo conto non soltanto del malato, ma anche dell’ambiente. E’ risaputo che i tumori per la maggior parte oggi derivano dall’inquinamento dell’ambiente: aria, acqua, alimenti, motivo per cui i camici bianchi oggi vogliono interessarsi più agli aspetti di diagnosi e di prevenzione.

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