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Guida al Referendum contro il Nucleare: le ragioni del SI all’abrogazione

Come vi abbiamo ricordato in questo post il 12 giugno 2011 si terrà il Referendum Day e avremo la possibilità di esprimere il nostro parere sui quesiti referendari, lo ricordiamo, essendo ABROGATIVI,  VOTANDO SI se vogliamo ad esempio abrogare il decreto sulla privatizzazione dell’acqua o quello sul legittimo impedimento.

Ritorniamo sul quesito referendario relativo all’Energia Nucleare:

  • “Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?”.

Il quesito, in realtà, è espresso formalmente con un testo molto lungo e quasi indecifrabile relativamente all’abrogazione degli articoli 25 e 29 della legge n. 99 del 2009 e del Decreto legislativo n.31 del febbraio 2010, ma, in buona sostanza, i cittadini verranno chiamati a esprimere un verdetto sull’energia nucleare e sull’ipotesi di una svolta dell’Italia verso le centrali atomiche.

Trattandosi di un referendum abrogativo, cioè che intende annullare un provvedimento legislativo precedente, occorre rispondere SI’, in realtà, per ‘dire no’: ecco perché, sul territorio nazionale, si è formato un Comitato denominato “Vota SI’ per fermare il nucleare”, la cui sfida è quella di portare alle urne, il 12 giugno prossimo, almeno 25 milioni di cittadini e far così prevalere il sì.

Vota si per fermare il nucleare

Chiaramente, quanto accaduto di recente in Giappone ha riacceso l’interesse attorno al quesito referendario fino ad oggi vittima di una campagna di disinformazione, con il chiaro intento di far fallire il raggiungimento del quorum.

Quali sono le idee secondo le quali il Comitato svolge la sua campagna?

  • Innanzitutto, il costo elevato del nucleare: secondo le stime statunitensi più recenti, infatti, nel prossimo decennio il costo del kilowattora nucleare sarà maggiore del 75% rispetto a quello del  gas e del 27% rispetto all’ eolico, senza contare i costi (incalcolabili ad oggi) del cosiddetto decommissioning, il futuro smantellamento e messa in sicurezza delle centrali: ne abbiamo parlato in questo post: Nucleare, quando anche gli economisti dicono di no
  • Inoltre, continua a non essere sicuro e a mettere a rischio la salute dell’uomo e dell’ambiente, poiché anche i nuovi reattori non sono in grado di autoregolarsi realmente in caso di incidente.

– una dipendenza dell’insorgenza di patologie infantili dalla vicinanza alla centrale;

– un incremento rispetto alla media di 1,6 volte dei tumori che si sviluppano nel feto;

– un’incidenza di leucemie infantili di 2,2 volte superiore rispetto alla media.

Infine, non è stata ancora risolta la questione dello smaltimento delle scorie e, a proposito di emissioni di CO2, è stato calcolato che, raddoppiando la potenza nucleare attualmente prodotta, la CO2 si ridurrebbe solo del 5%.

Le forze politiche si sono ovviamente spaccate a metà sul quesito referendario.

  • Le forze della maggioranza sono favorevoli al nucleare e, quindi, invitano gli elettori a votare per il NO;
  • al contrario, Italia dei Valori, promotrice dello stesso referendum, e SL sono da sempre schierati contro il nucleare. Il PD, dal canto suo, sull’onda della tragedia del Giappone, chiede a tutti una pausa di riflessione.

Chiudiamo la nostra riflessione sul nucleare prendendo a prestito le parole di Beppe Grillo, sostenitore accanito dell’abrogazione e promotore da sempre dell’energia pulita:

  • ‘[…] l’essenziale è integrare le fonti: in Sicilia si potrebbe puntare sul fotovoltaico, in Sardegna sull’eolico, in Toscana sulla geotermia. Ognuno deve sfruttare le proprie potenzialità . […]  L’energia non deve essere più scambiata soltanto come una merce, deve essere pensata in modo etico, perché per la nostra vita è fondamentale, quasi come l’acqua’.

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