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I boschi d’Italia raddoppiano in 50 anni

I boschi d’Italia raddoppiano in 50 anni! Infatti il polmone verde che fa respirare il nostro Paese è sempre più grande. Più di un terzo della superficie della Penisola è ricoperto da boschi: un dato confortante e in continua crescita, se pensiamo che l’area forestale è più che raddoppiata dagli anni ’50.

I boschi d’Italia raddoppiano in 50 anni

Secondo i dati del terzo Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio (Infc), l’Italia si sta velocemente avvicinando alla cifra record di 11 milioni di ettari di superficie boschiva, con un aumento di oltre 600mila ettari rispetto all’ultimo rilevamento ufficiale risalente al 2005.

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A beneficiare di tale incremento sono soprattutto le regioni centro meridionali del Paese, visto che i segni più nell’ultimo decennio hanno riguardato soprattutto Molise (+17%), Sicilia (+16,2%), Basilicata (+11,1%), Lazio (+10,5%) e Calabria (+9,9%), mentre il primato per la più ampia superficie totale green se l’è aggiudicato la Sardegna coi suoi 1,2 milioni di ettari, seguita dalla Toscana ferma alla pur sempre invidiabile cifra di 1,19.

Come spiegato dai responsabili dell’Inventario nazionale, questo trend positivo non dipende da nostri comportamenti particolarmente virtuosi, poiché si ricollega principalmente ad un aspetto: l’abbandono dell’agricoltura di collina e di montagna, che ha portato gli alberi ad insinuarsi nelle aree non più coltivate.

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Un fenomeno particolarmente rilevante nel Sud del Paese, dove le superfici più svantaggiose per il settore primario non vengono più lavorate perché giudicate non convenienti economicamente, a differenza di quanto succede nelle regioni  settentrionali italiane, dove lo spopolamento delle aree di montagna (per es. in Trentino Alto Adige) è contenuto dalle proficue politiche d’incentivi in favore di coloro che decidono di non abbandonare il territorio.

Non mancano i motivi per rallegrarsi di fronte a tali risultati: più spazi boschivi significano riduzione dell’inquinamento, aumento della biodiversità, nuove prospettive energetiche e habitat maggiori per gli animali.

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Prima di tutto, il maggior numero di alberi aiuta l’Italia ad avvicinarsi agli obiettivi fissati dalla politiche climatiche internazionali, evitando così di farci pagare multe salate che in questo periodo di crisi non farebbero di certo piacere. Il Centro per la ricerca e sperimentazione in agricoltura ha valutato che il nostro patrimonio boschivo permette di assorbire ben 1,24 miliardi di tonnellate di CO2. In pratica, come risulta dalle rilevazioni dell’Inventario, le foreste italiane riescono ad assorbire il 50% delle emissioni nocive prodotte da tutto il comparto dei trasporti.

Com’è facile immaginare, poi, l’aumento della superficie boschiva mette a disposizione maggior spazi di vita per gli animali, aiutando la biodiversità. Molte specie selvatiche hanno così maggior possibilità di ripopolamento, dall’orso in Abruzzo e in Trentino, al lupo in Calabria, alla lince in Piemonte.

I boschi in sempre maggiore estensione offrono inoltre notevoli vantaggi in campo energetico. Secondo il Corpo Forestale dello Stato, infatti, un corretto sfruttamento del nostro patrimonio boschivo potrebbe fornire ben 3,24 milioni di tonnellate di gasolio l’anno, pari all’1,6 % dei consumi energetici nazionali, senza minimamente intaccare la biodiversità o mettere a rischio gli equilibri naturali. Una tale situazione consente poi di venire incontro alle esigenze degli impianti di riscaldamento domestico a biomassa sempre più diffusi in Italia (solo quelli a legna sono ben 10 milioni).

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Questi dati così positivi non ci devono però indurre ad abbassare la guardia. Gli incendi, la diffusione delle malattie e i cambiamenti climatici sono i fattori che ancora oggi mettono a rischio la sopravvivenza delle nostre foreste. I maggiori pericoli riguardano i boschi più nuovi poiché posti a ridosso delle aree segnate dalle attività umane, mentre nuove minacce, figlie della globalizzazione, sono rappresentate dagli insetti e parassiti giunti per la prima volta nel nostro Paese, particolarmente nocivi per le piante se non adeguatamente monitorati e controllati.

Occhio quindi a distrarsi… altrimenti si chiuderanno i nostri rubinetti dell’ossigeno!

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