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I Paesi più poveri sono stufi della lentezza di quelli ricchi nel prendere decisioni sul clima

Dall’incontro tra i 49 Paesi meno sviluppati del Mondo (Lcd, cioè least developed countries) tenutosi a Kathmandu in primavera, emerge un quadro sconfortante: sono stanchi delle false promesse dei Paesi più ricchi in merito al clima, anche perché tra loro ci sono diverse nazioni che rischiano seriamente perfino di scomparire per il riscaldamento globale.

I Paesi più poveri sono stufi della lentezza di quelli ricchi nel prendere decisioni sul clima

Per molti infatti lo status quo è inadeguato e non nascondono la propria delusione inm merito alle decisioni che i grandi stati industrializzati hanno preso in merito alla riduzione dei gas serra, in quanto ne sono i maggiori responsabili.

Ora il gruppo dei 49 Paesi più poveri ha in mente di assumere un atteggiamento più intransigente, dal momento che alcune loro decisioni hanno influenzato anche i Paesi più industrializzati in materia climatica. come ad esempio la loro alleanza con l’Unione Europea, rivelatasi fondamentale per costringere l’India e la Cina (e in qualche misura gli Usa) ad impegnarsi a firmare un nuovo accordo sul cambiamento climatico nel 2015.

D’altronde le due potenze asiatiche non potevano permettersi di rompere i rapporti con questi Paesi poverissimi, giacché rappresentano un buon mercato e sono fornitori di materie prime, nonché preziosi alleati geopolitici.

Ora però tra si rischia di far calre il gelo tra i due gruppi. In fondo i più poveri hanno ragione. Per i capricci dei ricchi rischiano perfino di sparire, sotto i colpi delle inondazioni.

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Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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