Orto e giardino

Ibrido e incrocio delle piante: cosa sono e quali differenze in giardinaggio

L’ibrido e l’incrocio sono prassi molto diffuse tra gli esperti di giardinaggio. Si possono fare incroci tra piante diverse o ibridare essenze vegetali simili che fioriscono nello stesso periodo. Queste pratiche vengono utilizzate sia per piante da fiore che da frutto e servono ad ottenere nuove specie. Ma vediamo di cosa si tratta e quali sono le differenze tra due queste tecniche.

Ibrido e incrocio delle piante: cosa sono e quali differenze in giardinaggio

Ibridazione e incrocio: storia

Più che di una semplice prassi, la creazione di nuove essenze vegetali è una scienza che affonda le radici negli studi condotti sull’eredità genetica da Mendel . L’ibridazione è un processo del tutto naturale che ha consentito, nel corso dei secoli, di generare tante varietà di frutta, verdura e fiori.

IBRIDO ALT

L’affinamento della tecnica da parte dell’uomo ha permesso di ottenere specie sempre più perfette, ma è sbagliato confondere gli ibridi – nati dall’incrocio di pollini diversi – con gli OGM. Queste tecniche, infatti, hanno poco a che fare con le manipolazioni genetiche anche se sull’argomento persiste una certa confusione.

Ibrido e OGM: differenze

Tecnicamente, la differenza tra ibrido e OGM consiste nella manipolazione del corredo genetico e cellulare degli organismi. Negli OGM è il nucleo cellulare ad essere modificato nella sua sequenza genetica.

IBRIDO

L’ibrido, invece, nasce dall’unione di più organismi attraverso una sorta di riproduzione sessuale ‘assistita’. L’impollinazione, in pratica, avviene manualmente prelevando i pollini da una specie e depositandolo nel fiore dell’altra pianta.

Il risultato è un organismo che eredita tutto il corredo genetico dei ‘genitori’. Negli OGM, invece, l’organismo che viene creato eredita selettivamente solo alcuni geni inseriti ad hoc in alcune sequenze del DNA.

Piante ibride: cosa sono

Dunque, l’ibrido è qualcosa che, in condizioni favorevoli, potrebbe crearsi anche a prescindere dall’intervento dell’uomo per un semplice principio di fecondazione reciproca tra specie diverse vicine. Dal punto di vista botanico, infatti, l’ibrido è il risultato di un incrocio pollini finalizzato ad ottenere un organismo con determinate peculiarità.

Se l’impollinazione ha avuto successo, si formerà una capsula contenente i semi della nuova pianta che potranno a loro volta essere incrociati con semi di piante simili o diverse.

In generale esistono due situazioni-tipo utili alla creazione di un ibrido: in presenza di fiore in assenza di fiore.

Ibridazione in presenza di fiore

In questo caso il risultato sarà una pianta ibridata a partire da due specie diverse (F1), oppure da due piante della stessa specie, diverse solo per alcune caratteristiche. In tal senso le specie che si vogliono ibridare vengono coltivate per molto tempo in luoghi separati per evitare contaminazioni.

Semina dopo semina vengono selezionate due linee riproduttive ‘pure’ che servono ad isolare un determinato carattere genetico.

La maggior parte delle tecniche di ibridazione vegetale tra specie botaniche differenti, possono essere utilizzate per incrociare, ad esempio, piante di peperoncino, ibridare rose, orchidee e tanto altro ancora.

I semi prelevati dalle capsule fecondate vengono fatti germogliare in semenzaio. Dal loro sviluppo si otterranno le piantine ibride che potranno essere trapiantate in vaso o in piena terra non appena adulte. I semi prodotti successivamente dalla germinazione potranno essere utilizzati per nuovi incroci.

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Anche se i semi delle piante ibride possono essere ripiantati più volte ottenendo piante di seconda generazione (F2). In tal cosa, però, non sarà possibile ottenere piante dai frutti o fiori identici a quelli di prima generazione.

Ibridazione senza fiore

In questo caso si procede generalmente con la tecnica dell’innesto. Leggermente più complicata dell’impollinazione artificiale, sopratutto per quel che concerne il fissaggio dell’innesto che avviene nella fase finale. Come sappiamo si tratta di una pratica di moltiplicazione delle piante di tipo agamico che consente di clonare la pianta madre. A differenza della semina, questa tecnica permette di riprodurre una varietà identica all’originale.

L’innesto più semplice si effettua tagliando un ramo da aggiungere al tronco della pianta che si vuole ibridare. I tagli devono essere eseguiti con molta precisione, solitamente seguendo una forma a zeta oppure in orizzontale.Per fissare il ramo al tronco si può utilizzare un cordino, assicurandosi che l’innesto rimanga ben saldo alla giuntura proprio nel punto centrale.

ibrido

Nel punto in cui ciascuna pianta ha subito il taglio, si forma un callo cicatriziale, frutto della fusione tra le rispettive cellule. Questo processo può essere agevolato dall’utilizzo di un mastice per innesto o da un filo di rafia che tiene ben ferme e salde le due superfici.

Ibridazione di piante di peperoncino

Il peperoncino è una pianta autofecondante, capace cioè di impollina da sola. Piante di peperoncino diverse, quindi, possono impollinarsi spontaneamente dando vita ad una nuova specie.

Per ibridare due piante di peperoncino aspettate che entrino in fioritura e con un cotton fioc prelevate del polline con il quale ‘sporcherete’ i fiori dell’altra pianta. Questo vi consentirà di impollinarla artificialmente ed ottenere un ibrido di peperoncino in poco tempo.

Altre informazioni

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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