IKEA vuole essere sempre più verde: scopriamo le sue strategie
In tempi recenti, il trend che sembra dilagare a macchia d’olio nel mondo delle aziende è quello di essere il più “green” possibile: una trasformazione non semplice per molte imprese, tant’è vero che maldestri tentativi di greenwashing abbondano quando la sostenibilità non fa davvero parte dei valori nel DNA di impresa.

In questa corsa, molte aziende si sfidano a colpi di energia rinnovabile. Non è da meno il colosso svedese IKEA che punta diritto all’obiettivo del secolo: impatto zero. E quando dice “zero”, intende proprio “zero”.
Già da qualche anno IKEA si è impegnata dotando sempre più stabilimenti di pannelli solari. Ma le sue ambizioni non si sono fermate: l’azienda è decisa a rifornire tutte le fabbriche e i negozi nel Regno Unito esclusivamente con energia proveniente da fonti rinnovabili. Ma la sfida non si ferma qui, perché i tempi stimati sono ristretti: entro il 2015, l’80% dell’energia usata dagli stabilimenti inglesi dovrà essere verde.
Ad oggi, IKEA ha installato già 39 mila pannelli solari sui tetti dei negozi in Gran Bretagna, possiede 67 turbine eoliche in tutta Europa e ha acquistato oltre 12 megawatt di energia eolica in Scozia, arrivando al 30% di energia pulita sul fabbisogno complessivo.
Perché IKEA si impegna così tanto? Ovviamente per profitto e consolidare il brand. Un’azienda che spende circa un miliardo di euro in energia ogni anno è quasi obbligata a intraprendere un percorso di indipendenza energetica, sia per rimanere competitiva sul mercato, anche nel caso delle frequenti fluttuazioni del petrolio e del carbone, sia per accrescere il prestigio del marchio.
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