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Il cambiamento climatico globale ha reso la Terra un posto più pericoloso: 8 ragioni

Tsunami, tempeste, terremoti, siccità, incendi e alluvioni: il pianeta terra non è più un luogo sicuro a causa delle sempre più ricorrenti calamità naturali che mietono vittime e distruzione; l’ultimo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale fornisce un quadro ancora più preciso: il nostro mondo è cinque volte più pericoloso e incline al disastro rispetto a quello degli anni ’70, prevalentemente  a causa degli effetti del cambiamento climatico globale.

Il cambiamento climatico globale ha reso la Terra un posto più pericoloso: 8 ragioni

I numeri dicono tutto: dalle 743 catastrofi naturali registrate in quel decennio di oltre 40 anni fa, si è passati alle 3.496 verificatesi nei primi dieci anni del 21° secolo!

Le Nazioni Unite hanno individuato i principali problemi causati dal global warming, da affrontare seriamente nel più breve tempo possibile per evitare ulteriori guai. Vediamo quali sono:

1) Alluvioni e tempeste: a causa del cambiamento climatico il livello dei mari si sta innalzando paurosamente, dando origine a inondazioni ed a tempeste di pioggia sempre più violente e distruttive. Vi sono ormai prove certe che dimostrano come il surriscaldamento del pianeta stia incrementando la portata distruttiva degli uragani. L’80% di quelle 3.496 calamità registrate nei primi dieci anni del 2000 son costituite proprio da inondazioni e mega-tempeste. Se non è il diluvio universale, poco ci manca. Urgono misure di difesa appropriate nei più brevi tempi possibili.

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2) Le ondate di calore sono il nuovo killer: se negli anni ’70 non potevano esser considerate come una vera e propria minaccia, l’eccessivo aumento delle temperature rappresenta oggi un insidia da non sottovalutare. Nel primo decennio del 21° secolo, infatti, il  cambiamento climatico globale è stato una delle principali cause di morte nei disastri naturali, insieme alle tempeste. Un esempio basta per capire la gravità di questa situazione: nella sola Russia ben 55mila persone hanno perso la vita nel 2010 a causa delle ondate di calore.

3) I danni legati alle inondazioni sono sempre più rilevanti dal punto di vista economico: basti considerare che i disastri verificatisi nei primi anni 2000 sono stati più costosi di oltre cinque volte rispetto a quelli degli anni ’70. Ancora una volta, ciò è dovuto principalmente alle sempre più consistenti perdite connesse alle alluvioni. I numeri parlano da soli: nell’ultimo decennio l’ammontare dei costi legati a queste catastrofi ambientali è salito addirittura a 864 miliardi di dollari.

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4) Le principali calamità naturali sono dovute a inondazioni e tempeste: insieme, rispettivamente col 44 e 35%, rappresentano l’89% delle catastrofi ambientali che colpiscono il mondo intero. Di minor gravità, seppur non da sottovalutare, la siccità, che incide solo per il 6%.

5) Dal 1970 al 2012 le tempeste hanno causato il maggior numero di morti in disastri ambientali, seguite dalla siccità, che ha colpito particolarmente durante gli anni ’80, anche a causa dei dazi  tenuti in vita nonostante la terribile carestia verificatasi in quegli anni. Nel complesso alle tempeste si deve il 40% delle vittime registrate in questo arco temporale, alla siccità il 35, alle inondazioni il 14, alle temperature estreme il 9 e ad altre cause il 2.

6) Circa metà dei costi legati ai disastri ambientali negli ultimi 40 anni, pari a 2.390,7 miliardi di dollari, è dovuta alle tempeste: ricorderete sicuramente i tristemente noti nomi di Katrina e Sandy, uragani abbattutisi sugli Usa che insieme hanno causato quasi 197 miliardi di dollari di danni, tra infinite polemiche e risentimenti vivi ancora oggi.

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7) La siccità verificatasi negli anni ’70 e ’80 in Africa Orientale è stata il disastro che ha causato il più alto numero di morti dei nostri tempi, uccidendo ben 600mila persone in Etiopia, Mozambico, Somalia e Sudan: le tragiche mancanze d’acqua registrate in Etiopia, nel 1983, e in Sudan, nel 1984, hanno comportato la perdita rispettivamente di 300mila e 150 mila vite umane. Numeri spaventosi, così come quelli della tempesta in Bangladesh del 1970, che ha fatto ben 300mila vittime. E la colpa è sempre del cambiamento climatico globale.

8) Gli uragani e le tempeste che si sono abbattute negli ultimi anni sugli Usa hanno avuto un impatto sempre più negativo per l’economia a stelle e strisce: negli ultimi quarant’anni, infatti, gli Stati Uniti hanno dovuto far fronte a 5 dei più costosi disastri ambientali mondiali, che  hanno provocato nel loro complesso danni pari a 294 miliardi di dollari. In testa alla classifica l’uragano Katrina nel 2005, che ha comportato perdite economiche  per quasi 147 miliardi di dollari.

Si chiude così questa macabra rassegna col suo carico di morte, distruzione e danni economici. Sfidiamo ora qualcuno a dire che il cambiamento climatico globale, tutto sommato, non sia poi un fenomeno così grave. Questi dati son purtroppo reali e non il parto della fantasia di estremisti ambientalisti. Affrontiamo il global warming con strumenti adeguati ed efficaci, altrimenti tale elenco sarà destinato a proseguire.

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