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Il Climate Change Vulnerability Index 2012: a pagare saranno i paesi in via di sviluppo

Le recenti alluvioni che hanno colpito le regioni nord-occidentali italiane, hanno dimostrato ancora una volta quanto gli effetti dei cambiamenti climatici globali possano essere nefasti per popolazione e territorio, soprattutto in assenza di un piano di intervento adeguato.

Il Climate Change Vulnerability Index 2012: a pagare saranno i paesi in via di sviluppo

Il global warming (riscaldamento globale), infatti, è un fenomeno che scatena un’emergenza di primo livello soprattutto per i paesi del sud del mondo, ma neanche l’Europa può dormire sonni tranquilli: è quanto emerge dagli studi condotti dalla Maplecroft (società specializzata in analisi del rischio) che ha recentemente pubblicato l’edizione 2012 del Climate Change Vulnerabily Index.

Il retrogusto di questa analisi è molto amaro, anche perchè la finalità è quella di permettere alle aziende di far fruttare al meglio i loro investimenti evitando le zone climatiche più ‘a rischio’. Ma poco importa. Il risultato è una mappatura completa delle zone del mondo che saranno più colpite dagli effetti distruttivi del global warming nei prossimi 30 anni.

Nell’elenco dei paesi etichettati come ‘a rischio estremo’ figurano tutti i giganti economici emergenti come Bangladesh, India, Indonesia, Filippine, Vietnam e Pakistan, verso i quali, negli ultimi decenni, si stanno concentrando sempre più investimenti dall’occidente. Già l’anno scorso il paese considerato più a rischio era proprio il Bangladesh, esposto al pericolo di alluvioni e siccità, già segnato da livelli di povertà estrema.

In generale, i più colpiti saranno gli stati con popolazioni numerose, povere o in crescita; a livello subnazionale, invece, le città che soffriranno di più saranno megalopoli del calibro di Calcutta, Manila, Jakarta, Addis Abeba. Alto il rischio anche per Guangdong in Cina, Mumbai, Delhi e Chennai in India, Karachi in Pakistan e Lagos in Nigeria. Punti caldi saranno anche il sudovest del Brasile e le regioni costiere della Cina.

Se ancora una volta sarà il sud del mondo a fare le spese del comportamento irresponsabile dell’uomo, in Europa il rischio è comunque medio, con l’Italia tra i paesi più esposti al pericolo alluvioni e fenomeni climatici estremi (vedi anche la mappa dei Comuni esposti al rischio idrogeologico in Italia). Sarà dunque fondamentale ragionare in base a come il clima sta effettivamente cambiando e predisporre tutti gli accorgimenti utili per prevenire, o almeno tamponare, le conseguenze di un disastro ambientale già annunciato.

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata a Cosenza il 25 febbraio 1980, all'età di 4 anni si trasferisce dalla città alla campagna, dove trascorre un'infanzia felice a contatto con la natura: un piccolo orticello, un giardino, campi incolti in cui giocare e amici a 4 zampe sullo sfondo. Assieme a lattughe, broccoli e zucchine coltiva anche la passione per la scrittura e la letteratura. Frequenta il liceo classico della città natale e dopo la maturità si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali del bolognese. Nel 2011 approda alla redazione di TuttoGreen con grande carica ed entusiasmo. Determinata, volitiva, idealista e sognatrice, spera che un giorno il Pianeta Terra possa tornare ad essere un bel posto in cui vivere.

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